Le schegge di Bret Easton Ellis pubblicato da Einaudi editore con la traduzione di Giuseppe Culicchia racconta una storia personale, emozionante e oscura.
Leggendo i primi capitoli, mi sono chiesto se l’autore avesse veramente in mente qualcosa di magico, poiché l’esperienza di alcuni suoi precedenti romanzi, a dirla tutta, non mi aveva entusiasmato.
Pagine iniziali stimolanti prima del crollo in racconti che zoppicavano alquanto.
La temuta delusione non è mai arrivata con il nuovo romanzo.
Le schegge è ispirato al sogno degli anni Ottanta, un libro nostalgico e meraviglioso, un atto amorevole di rivisitazione della cultura pop.
Bret è un ragazzo di Los Angeles bisessuale di 17 anni, legato al suo gruppo di amici della prestigiosa scuola Buckley.
C’è la bella, intorpidita, disinvolta studentessa Susan e il suo popolare fidanzato atleta Thom.
Matt e Ryan con cui Bret ha avuto rapporti sessuali.
E la fidanzata di Bret, Debbie.
Un nuovo ragazzo attraente e misterioso, Robert Mallory, arriva alla scuola proprio mentre un serial killer sta commettendo omicidi satanicamente raccapriccianti in tutta la città.
Incline ad un’immaginazione letteraria iperattiva e spesso sotto l’effetto di Valium, erba o cocaina, Bret inizia a chiedersi se Robert sia così innocente come sembra.
L’ambientazione è tutto.
La Los Angeles ultra-privilegiata ai tempi della new wave.
I capelli sono perfetti e le autostrade vuote mentre Bret e i suoi amici fanno un bel giro in auto: attraversare Mulholland in una Mercedes decappottabile vestito con un’uniforme della scuola indossando Wayfarers è un’immagine che rispecchia in pieno quegli anni.
Ripensando al 1981 dalle profondità della disgrazia americana di oggi, l’autore ricorda un’epoca d’oro, una sorta di ritorno a casa, un’epoca di diritti e a cui nessuno importava davvero se il country club fosse razzista.
Le band e le canzoni che Bret ascolta sono compulsivamente dettagliate.
I film erano una religione in quegli anni, potevano cambiarti, alterare la tua percezione, potevi elevarti verso lo schermo e condividere un momento di trascendenza.
Feste in piscina, amori promiscui, Bmw, coca, vodka e succo di pompelmo.
Nell’autoradio cassette piene di Ultravox, Blondie e Duran Duran.
Un mondo falso e perfetto, ma tutto sommato piacevole, di certo eccitante.
L’autore affonda le mani in un paradiso perduto per raccontare una storia torbida e malinconica.
Robert è intelligente, bello, carismatico e presto entra a far parte della ristretta cerchia di amici di Bret.
Robert però nasconde un segreto, indecifrabile anche per le persone che gli sono più vicine. Ammaliato dal fascino ambiguo di Robert, Bret sviluppa una vera e propria ossessione nei confronti del nuovo compagno.
Ma Bret non può assecondare fino in fondo quell’attrazione perché c’è qualcosa, anzi qualcuno, il cui pensiero lo sconvolge più di ogni altro: il Pescatore.
È questo il nome con cui è stato ribattezzato il pericoloso serial killer che sta mietendo vittime a Los Angeles in quegli anni, e che sembra deciso a colpire il gruppo di amici di Bret, e Bret stesso.
Minacce terrificanti, atti di violenza casuali, inquietanti coincidenze: questa serie di eventi va a comporre un quadro che viene continuamente interpretato da Bret attraverso il filtro della sua immaginazione di adolescente dalle grandi doti narrative, in un momento in cui sta scoprendo la sua vocazione letteraria e la sua omosessualità.
Bret si può fidare degli amici?
E con la sua capacità di leggere la realtà riuscirà a trovare un senso al pericolo che sembra incombere su di lui?
L’autore descrive la vita sessuale dilagante dei suoi adolescenti.
Bret valuta costantemente tutti sessualmente, si masturba o fantastica o seduce i suoi amici a bordo piscina.
Conduce una relazione insensatamente arrapata con lo sballato sprovveduto Matt.
Mentre la serie di brutali omicidi in tutta Los Angeles si avvicina pericolosamente al suo mondo privilegiato, la sua inquietudine viene raccontata da canzoni new wave e narcotici.
Il romanzo è la biografia fantasiosa di uno stile, con Bret che elabora la nuova poetica per emulare l’anestesia ammaliante della sua ragazza.
Una paradossale condizione della Generazione X racchiusa nella canzone Vienna degli Ultravox, che risuona in tutto il romanzo, inno alle contraddizioni di un nichilismo superficiale completamente intriso di significato, passione, bellezza.
Non soltanto un romanzo sexy, inquietante, ambiguo, violento ma anche una delle più lucide riflessioni su memoria e desiderio, verità e narrazione di questi nostri tempi paranoici e puritani.
Un racconto vitale in cui si respira una libertà in fatto di amore, eros e sensibilità emotiva.
Il romanzo è oltre 700 pagine e la narrazione si riavvolge su se stessa in un modo che non solo crea suspense, ma anche una sensazione viscerale della lentezza del tempo per un diciassettenne che si sente intrappolato in una vita che non è la sua.
Ci sono i frammenti del ricordo, la fine dell’innocenza di un giovane.
Ci sono i frammenti di una psiche divisa: i tentativi di mettere insieme più sé.
L’autore racconta una storia profondamente immersa nel passato, e non più nel contemporaneo.
Un desiderio irrefrenabile di fare ritorno a una giovinezza perduta, una storia in grado di attrarre ogni tipo di lettore.
Le storie di formazione, quelle che ci attraggono come magneti, quasi con assuefazione, perché sono le più vivide, le più carnali, le più vibranti di tutte, in quel loro ritorno necessario, costante alla giovinezza, e a tutto ciò che di selvaggio c’era prima, prima che arrivassero loro, i famigerati riti di ammissione alla società adulta.
Un libro che occupa contemporaneamente alcuni spazi diversi.
Alcune parti si leggono come un romanzo poliziesco e altre come una storia di formazione molto oscura, sessualizzata e intrisa di droga.
Ma c’è anche molto umorismo, uno sguardo profondo e graffiante sul privilegio e un’esplorazione molto personale delle cose che ci perseguitano, del modo in cui la sfiducia ci colpisce e di come il sesso, la crescita, la gelosia, la paura e l’ossessione possono plasmare la vita di qualcuno all’apice dell’adolescenza.
Un romanzo sull’ossessione, sulle maschere che ognuno indossa mentre attraversa la vita e su come l’isolamento esacerbi la paranoia.