Logge del Grano, Arezzo2020: “Una chiusura voluta dalla giunta Ghinelli”

NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE AREZZO2020 PER CAMBIARE A SINISTRA

“La chiusura delle Logge del Grano è stata di fatto voluta dalla giunta Ghinelli che ha chiuso la porta ad un confronto su un progetto di rilancio e riorganizzazione presentato dalla rete di imprese locali che gestivano la struttura. Già da quel momento era trapelata la volontà dell’amministrazione di destinare l’immobile ad altre attività, quindi questo sta a significare che nello specifico la vicesindaca Tanti stava già lavorando con l’Università per la destinazione dell’immobile. Con l’assenza sistematica del Sindaco assistiamo ad una amministrazione retta dalla vicesindaca Tanti che si scaglia con rancorosità e acredine verso chiunque critichi l’operato dell’amministrazione, e la sua risposta sta sempre nello scaricare le responsabilità su chi l’ha preceduta. Dimenticando che i bandi gestionali non li fanno i partiti (questo è il livello della cultura che ci governa), ma gli assessorati con i tecnici comunali, e che quando ci sono difficoltà una buona amministrazione deve cercare di risolvere i problemi, correggere aspetti gestionali e organizzativi e non  spingere alla chiusura attività innovative come nel caso delle Logge del Grano. La realtà è che immobili di pregio del centro storico sono stati ristrutturati dalla precedente amministrazione con finanziamenti europei sulla base di progetti gestionali innovativi che coinvolgevano  forze sociali ed economiche del territorio, come la Casa delle Culture e le Logge del Grano. La realtà è che questi progetti dopo alcuni anni vengono chiusi da questa amministrazione, quando il compito di un comune è quello di supportare queste  esperienze che coinvolgono  realtà sociali ed economiche del territorio, dando lavoro a soggetti deboli, aiutandoli a crescere e superare le difficoltà.  C’era tutto il tempo per farlo, senza scaricare le colpe su altri dopo 5 o 7 anni. Questi immobili adesso sono dati in uso gratuito all’Università. Immobili di fatto sottoutilizzati, quando nell’area del Pionta esistono spazi e ambienti pubblici da recuperare e un campus universitario che deve crescere. Ormai è chiaro. In comune non c’è volontà di affrontare le difficoltà, di guardare al futuro con una visione di città e di sviluppo sostenibile, ma di regolare i conti per le proprie difficoltà scaricando  con rancore le colpe sul passato”.

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