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L’orologio del Palazzo di Fraternita è tornato alla sua bellezza originaria

“Dopo quasi cinquecento anni dal primo minuto scoccato in Piazza Grande, l’orologio del Palazzo di Fraternita è tornato alla sua bellezza originaria”, ha sottolineato Fabio Menicacci segretario nazionale Ancos.

“Oggi è un giorno di festa per gli aretini che potranno ammirare il loro orologio più storico in tutta la sua bellezza e questo grazie all’impegno di Ancos che come sempre, secondo le sue possibilità, interviene laddove si ritenga sia necessario contribuire a consolidare i valori, in questo caso artistici, di una città storica come Arezzo”, aggiunge.

“Come Confartigianato imprese Arezzo ci siamo occupati di segnalare ad Ancos questa come una delle opere più meritevoli di un intervento immediato. L’orologio, presente in piazza dal 1552 rappresenta un faro per tutti gli aretini, il principale simbolo di quella Fraternita che da quasi 500 anni è una istituzione guida per tutti gli aretini”, aggiunge Alessandra Papini, segretario di Confartigianato Imprese Arezzo.

“Per noi questo significa lasciare un segno permanente nella storia della nostra città, così come in passato le principali istituzioni dimostrano di riuscire a collaborare insieme per la crescita del patrimonio culturale aretino. Per questo motivo – sottolinea Papini – ringraziamo la Fraternita dei Laici per la grande professionalità con la quale ha portato a termine questo delicato lavoro di restauro.

Un plauso particolare al primo Rettore, Pierluigi Rossi che in questi anni del suo mandato è riuscito da un lato a valorizzare la ricchezza artistica dell’istituzione, dall’altro a intraprendere una serie di attività che da sempre hanno contraddistinto il ruolo della Fraternita nel nostro territorio”, aggiunge Papini.

“Sono tanti i progetti che Ancos ha finanziato in questi anni grazie ai fondi raccolti tramite il 5×1000 – aggiunge Menicacci – fondi che permettono tra le altre cose, la tutela dei beni artistici e architettonici della nostra bella Italia. Il progetto di restauro dell’orologio astronomico che ci ha proposto la Fraternita dei Laici, è risultato meritevole del nostro sostegno sia per la sua unicità sia per quello che rappresenta all’interno della bellissima Piazza che lo ospita”, conclude Menicacci.

“E’ davvero uno di quei giorni da scolpire nella memoria – commenta il Primo Rettore, Pie Luigi Rossi – uno dei maggiori simboli della Fraternita torna al suo massimo splendore. Nei nostri archivi è stato ritrovato il documento datato 1550 in cui si incaricava su delibera l’artista Felice di Salvatore Vannucci da Fossato – precisa il Primo Rettore della Fraternita – costò 55 scudi tutti debitamente saldati entro il 1552. Ne esistono solo altri 5 in tutta Italia questo testimonia la grande rilevanza artistica e scientifica di questo orologio.

La Fraternita dei Laici – aggiunge il Rettore – volle fortemente nel 1550 la realizzazione di questa opera per due motivi. Primo a testimonianza della grande opulenza economica che poteva vantare in quei secoli la nostra istituzione e poi per aiutare i lavori agricoli in quanto le fasi lunari scadenzavano la semina e il raccolto e le altre attività della campagna. 

“Il restauro che abbiamo effettuato – precisa Tommaso Sensini restauratore della Fraternita – tra le altre cose ha ripristinato i colori e le dorature del quadrante centrale che tempo e intemperie hanno deteriorato, ripulito le sfere di rame e bronzo, consolidato le stuccature e integrare colori del quadrante esterno deteriorati, pulito e consolidato l’arenaria serena usata nei precedenti restauri”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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