a cura di Roberto Fiorini
La famiglia Jashi deve la sua fortuna e la sua sfortuna a una preziosa ricetta per una cioccolata calda molto speciale, destinata a essere tramandata di generazione in generazione con una certa solennità.
Gli ingredienti vanno maneggiati con cura, perché quella bevanda deliziosa può regalare l’estasi, ma porta con sé anche un retrogusto amaro.
La dissonanza tra il modo in cui i georgiani percepiscono la loro realtà e il modo in cui viene vista dall’esterno, sia in Russia che in Occidente, si riverbera in un sorprendente romanzo dal titolo L’ottava vita scritto da Nino Haratischwili pubblicato da Marsilio editore con la traduzione di Giovanna Agabio.
Nata in Georgia, Nino Haratischwili vive ad Amburgo e sin da quando era bambina ha cominciato a scrivere nelle due lingue in cui si sentiva a casa.
In Germania si è costruita un nome come pluripremiata regista e autrice per il teatro, prima di dedicarsi con altrettanta fortuna alla narrativa.
L’ottava vita è un romanzo dove si intrecciano vite fino a creare uno straordinario disegno unico.
Un maestoso quadro familiare che ripercorre le vicende di quattro generazioni della famiglia Jashi, dai travagli politici della Georgia alla fine dell’impero russo, al disfacimento dell’Unione sovietica fino ai conflitti tra patrie piccole e piccolissime.
La incredibile profondità con cui l’autrice tratteggia i caratteri delle protagoniste, donne piegate dalla violenza dei tempi eppure irriducibili, trova pienezza e grandezza nella potenza narrativa che riesce a raccontare le illusioni, i deliri e i fallimenti collettivi di un intero secolo.
Sono tutte donne forti con una storia incredibile unite da una ricetta di una cioccolata segreta che sembra più una maledizione ma che in realtà è il simbolo di ciò che noi vogliamo vedere e come decidiamo di affrontarlo, li dove c’è dato modo di scegliere ovviamente.
Al tempo degli ultimi zar, Stasia apprende i segreti della preparazione de cioccolato dal padre e li custodisce nel lungo viaggio che, da una cittadina non lontana da Tbilisi la porta a San Pietroburgo sulle tracce del marito, il tenente bianco-rosso arruolatosi pochi giorni dopo le nozze.
È convinta che quella ricetta, come un amuleto, possa curare le ferite, evitare le tragedie e garantire alla sua famiglia la felicità.
Ma allo scoppio della Rivoluzione d’ottobre, quando il destino della stirpe degli Jashi cambierà per sempre, capirà che si sbagliava.
La complessa storia della Georgia spesso è erroneamente confusa con quella della Russia, nonostante abbia una sua lingua e un suo alfabeto.
L’ottava vita ha senza dubbio il peso e l’ampiezza per ribaltare tali idee sbagliate.
Niza Jashi, poco più che trentenne, è la quinta di sei generazioni della famiglia Jashi.
Organizzato in otto libri, il bellissimo puzzle della storia familiare inizia con il trisnonno di Niza, un maestro cioccolatiere.
Tra i protagonisti c’è anche la sua bisnonna Stasia, un’aspirante ballerina il cui matrimonio con una Guardia Bianca diventata Tenente Rosso la porta appunto a San Pietroburgo.
Il figlio Kostya, che segue il padre in marina.
E la loro figlia Kitty, che fugge dalle accuse di tradimento per diventare una cantautrice dissidente in Gran Bretagna.
La figlia ribelle di Kostya, Elene, è la madre di Niza e della sua sorellastra Daria.
Da Tbilisi e Mosca a Londra e Berlino, le loro vite sono vividamente intrecciate con gli eventi mondiali, dall’ascesa e la caduta dell’impero sovietico all’assedio di Leningrado e alla primavera di Praga.
La narrazione di Niza è un’impresa immaginativa straordinaria da contrapporre alle lacune storiche e ai silenzi lasciati dalla propaganda di stato e dai traumi, in “un secolo che ha ingannato e ingannato tutti“.
Sta di fatto che tutte le donne nella famiglia hanno il loro punto di vista sul funzionamento del totalitarismo e del potere nudo.
Ci sono echi attraverso le generazioni, dai sogni frustrati di ballerini e poeti agli amori devastati, alla passione tra donne.
Diversi personaggi bramano Vienna con lo stesso fervore con cui le Tre sorelle di Cechov si struggono per Mosca, un desiderio che, come le confezioni del cioccolatiere, incarna i sogni europei che la Georgia ha accantonato durante i 70 anni di dominio sovietico.
Tra passioni e violenze, incontri, fughe e ritorni, sei generazioni e sette donne – da Stasia, nata nel 1900, a Brilka, che vedrà la luce nel 1993 – attraversano l’Europa, da est a ovest, fino all’inizio del nuovo millennio, inseguendo i propri sogni e arrendendosi solo alla Storia.
Alla ricerca del proprio posto nel mondo, le discendenti del famoso fabbricante di cioccolato percorrono il secolo rosso, dando vita a una saga familiare avventurosa e tragica, romantica e crudele, in cui per il lettore è dolcissimo perdersi e ritrovarsi.
Una storia commovente e straziante.
1200 pagine che raccontano una storia che doveva essere raccontata.
The Eighth Life offre al lettore una visione a volo d’uccello sulla società georgiana conservatrice attraverso un racconto che ruota attorno alla ricetta di famiglia per la cioccolata calda, che contiene un ingrediente segreto che lancia una maledizione su tutti coloro che la consumano.
La lettura regala conforto e un radicato e sostanziale senso di affermazione che non tutte le speranze sono perdute.
Non finché abbiamo una comunità, l’amore di pochi buoni amici e risate.
Un romanzo che ci ricorda che la società umana ha vissuto guerre, carestie, pestilenze e altre crisi e che la letteratura e le altre arti hanno sempre trovato un modo per sfidare queste contingenze riuscendo a sopravvivere.
Nell’Ottava vita l’atto di scrivere diventa un atto di rivendicazione del proprio passato, del narrare le storie sociali dei propri antenati e di cercare di raccogliere i fili del loro trauma collettivo in un racconto che diventerà un modello per una generazione che un giorno terrà le redini della storia nelle proprie mani, in un mondo martoriato ma forse pieno di rinnovate possibilità di cambiamento.