L’ultimo Blues di Severino Baldi

Ho lasciato passare i giorni dell’immediata sorpresa commozione dalla notizia della sua scomparsa, ma persiste in me il desiderio di ricordarlo.

Sono stato trattenuto dal fatto che sempre più sovente mi trovo a scrivere di persone che se ne vanno, mi piacerebbe scrivere di altro.

Io e Severino facemmo le elementari assieme in una scuola che oggi non esiste più. Era un piccolo edificio in via Vecchia, a lato di Porta San Clemente, all’inizio del vialetto che portava al Circolo del Tennis.

Cinque erano le classi delle elementari e cinque erano le stanze dedicate alle aule. Niente varianti di classe A, B, C.

Severino era già paraplegico, ma metteva forza in quello che faceva, persino quando il maestro Baldi ci portava nel giardino a fare attività fisica fatta anche da piccole corsette. Severino correva senza aver cura della sua situazione, come fece il giovane Forrest Gump quando da bambino si ribellò alle protesi che avevano imprigionato le sue gambe. Il piccolo Forrest Gump iniziò a correre e mandò in pezzi le protesi.

Il maestro Baldi era uno di vecchio stile che somministrava bacchettate sul groppone degli alunni, talvolta anche capaccioni. I genitori non si sognavano di protestare, anzi alla notizia della malefatta, rincaravano la dose istantaneamente davanti al maestro. Oggi andrebbero in galera, ma il maestro Baldi fu ottimo maestro.

A Severino non gli fu abbonata la sua condizione, ed anche lui assaggiò il legno del maestro.

Severino veniva spesso a casa mia a fare i compiti. Poi, dopo le elementari lo persi di vista, e lo ritrovai impiegato alla Banca Mutua Popolare Aretina.

Da qui un grande balzo nel tempo, quando andò in pensione e si dedicò Anema e Core alla sua passione, la Musica suonata. Lui sin da ragazzo suonava l’organo, poi si è buttato sull’armonica.

Ma la cosa unica che gli va riconosciuta è l’aver catalizzato raduni informali di musicisti in attività o in stand by in un locale attrezzato di strumenti musicali in una parte della sua casa in Colcitrone.

Zona in cui spiccava un cartello che aveva fatto fare, La Taverna del Musicista. Settimanalmente riunione di 15/20 musicisti che facevano cena, ma che poi si esibivano liberamente svincolati dal fare uno show per il pubblico, ma solamente per il proprio piacere.
La categoria dei musicisti attraversa un periodo di crisi sistemica, i locali per la musica dal vivo sono pressoché esauriti, le nuove generazioni non hanno l’amore all’ascolto ed al capire la musica, quindi rimane da fare solo concerti specifici.
Severino ne ha organizzati vari, e tutti col fine di raccogliere fondi da devolvere a situazioni di bisogno.

Ha addirittura affittato il teatro tenda.

Aveva aperto un profilo Facebook, Per l’Amore della Musica, dove immetteva foto della preistoria dei gruppi musicali aretini, da cui si capiva che questa estesa documentazione era iniziata sin da ragazzo. Sicuramente un archivio unico, che ora viene da pensare chi può continuare tutto ciò.

Come pure chi porterà avanti l’idea della Taverna del Musicista.

Il titolo del profilo viene dal titolo di un brano di Shel Shapiro amico di Severino, ed componente della storica band dei The Rockes.

Con la libertà che si ha da pensionati, Severino chiamava a sé alcuni musicisti, e si era messo a suonare sulle strade del centro storico. Musicisti di strada.

Va pensato che, specialmente per suonare l’organo, Severino annullava la situazione delle proprie dita deformate dalla sua patologia che minavano la precisione del trovare e premere i tasti giusti.

Ho osservato Severino in tutta questa sua Iper attività musicale, che era unita anche a quella del coltivare la storia di Arezzo, e vi ho intravisto un disperato tentativo di coprire un qualche problema fisico che stava crescendo e che lui combatteva con l’entusiasmo ed un sorriso al limite del forzato.

Metteva energia nella Vita per non pensare al problema, per esorcizzarlo attraverso la forza di volontà, come se nulla fosse.

Questa era la mia sensazione che fu confermata quando io feci un post per un mio problema fisico, e lui che mai era intervenuto su i miei post disse,

…Dillo a me…
Per dire che lui era coinvolto, e di più, in un problema fisico.

Da li a pochi giorni la notizia del suo ricovero d’urgenza, avvolto da misteri e domande, e poi ci ha lasciato.

Il mondo dei musicisti ha perso l’architrave che li teneva in piedi, e la sua figura non sarà facile da sostituire.

Severino è entrato come Nick Cave in un suo brano, nella Long Dark Night, La lunga Notte Buia.
Questo è esattamente il brano che stavo ascoltando, quando all’ospedale dove ero ricoverato, mi è giunta la notizia del suo decesso.

Un Film.

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Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Viaggiare è fatale al pregiudizio, al bigottismo, ed alla ristrettezza mentale,
e per questi motivi molta della nostra gente ne ha fortemente bisogno.
Vedute ampie, sane, caritatevoli degli uomini e delle cose
non possono essere acquisite
vegetando tutta la propria vita in un piccolo angolo della terra.
Mark TWAIN,1869
 

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