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Malagò, Olimpiadi, a che gioco hai giocato?

Il presidente del Coni, Giovanni MalagÚ, a Casa Italia, nella conferenza stampa di bilancio delle Olimpiadi di Parigi 2024, 11 agosto 2024. ANSA / CIRO FUSCO


Caro Presidente del CONI Giovanni Malagò,

io devo capire qual è il suo interesse primario nella conduzione del CONI.
Lei tutela gli interessi degli atleti italiani, o sta tutelando la sua posizione attuale e futura nel CIO?

Ce lo dica, così ci regoliamo. Siamo già stati plasmati dalla politica che si muove non per gli interessi italiani, ma per mantenersi personalmente in un giro di persone che comandano.

In questa Olimpiade vi sono stati vari episodi che necessitavano di una presa di posizione italiana e lei è stato a cuccia per non disturbare, se non addirittura è intervenuto per una reprimenda agli Italiani. Lei è stato percepito più come uomo del CIO che del CONI gestendo con diplomazia ottomana situazioni imbarazzanti.

Sotto il fuoco di copertura del CIO, la cui caratteristica principale è di vivere con la testa sotto la sabbia, non è intervenuto sulle disfunzioni del villaggio olimpico, nulla ha detto dell’acqua della Senna che magicamente poche ore prima della gara venivano considerate balneabili.

Balneabile? E’ sport quello in cui gli atleti devono vaccinarsi solo per buttarsi in quell’acqua per proteggersi dalla carica batterica, e dove si rischia la salute? Ciononostante oltre 10 nuotatori nelle acque delle Senna sono andati all’ospedale, ed una squadra nazionale – la belga – si è ritirata avendo una atleta colpita da Escherichia coli. Si è evitato di far provare le acque da parte degli atleti per evitare che montassero polemiche prima della gara. Sono stati buttati a mollo per la gara, all’ultimo minuto per non dare tempo di pensare e riflettere. Non ultimo, anche se le acque fossero state limpide, vi è il fattore corrente del fiume che non è poca. Non tutti quegli atleti hanno sperimentato nella carriera questo fattore, e neppure hanno potuto capire qualcosa essendo stato negato a loro di allenarsi nella Senna.
Ma lo sport non doveva migliorare la salute delle persone?

Il CIO viene poi a dire che l’infezione contratta da quegli atleti non è dimostrato che venga dalla Senna. Mi sembra che si ripeta la storia degli effetti collaterali del vaccino covid. Di fronte alle aumentate morti improvvise, a invalidità permanenti, molte dello stesso tipo, gli Stati, la medicina ufficiale, l’Europa si sono tappati gli occhi.

Per dimostralo cosa occorrerebbe fare? Prelevare un batterio e domandargli Parlez vous francaise? e controllare se indossava la tipica coppola francese Laulhère? Se avesse anche questi due requisiti qualche sfegatato nazionalista direbbe, …Epperò non indossa la magliettina a righe fini orizzontali la marinière e non ha il baffetto da bohemien. LEscherichia coli senza questi requisiti non proviene dalla Senna, direbbero che è un immigrato illegale importato dall’atleta. A quest’ultimo potrebbe arrivargli una denuncia per aver inquinato la Senna.

Prendiamola a ridere altrimenti vi è da essere disperati.

Lei, sig Malagò, per queste gare sulla Senna non ha detto una parola, mandando a rischiare degli atleti. Lo faccia lei il bagno sulla Senna, ma non come quello da anatroccola che ha fatto la sindaca di Parigi, dove oltre avere una estesa muta da nuoto teneva la testa fuori dall’acqua come una giraffa. Ha fatto sì alcune bracciate con la testa sott’acqua, ovviamente in apnea, ma non è paragonabile al gesto dei nuotatori che aprono molto la bocca alla ricerca dell’aria ma avendo i piedi vicini alla testa di uno davanti le vanno in bocca boccate di acqua. Attendiamo ancora il tuffo nella Senna da parte di Macron, come da lui promesso.

Paltrinieri nuotatore eroe nazionale lei lo ha mandato a rischio, il nuotatore ha detto che non vedeva neppure le sue mani sotto, lui poi per stare meglio è dovuto venire via dal villaggio olimpico. Una nuotatrice ungherese si è vista passare a pochi centimetri dalla bocca un UFO…marrone a forma di cilindro.

Ravvedo nel sistema adottato con i nuotatori della Senna una forma di sottile, psicologicamente organizzato, furbo, da giocatore di scacchi per obbligare una persona ad evitare il rifiuto. Quasi un plagio, un abuso su persona che per una condizione psicologica rafforzata che è fatta su atleti che per 4 anni si sono programmati a quel giorno. Se dicesse NO, ne passerebbero possibilmente ancora 4 prima di avere – forse- quell’occasione.

Lei Malagò non ha detto alcuna cosa.

Non è intervenuto a dipanare il caso della pugile italiana Carini, lei Malagò dà colpa a pressioni venute dalla IAB che ovviamente è brutta e cattiva avendo sede a Mosca. La IAB ha detto il contrario, mostrando un email ricevuto. E’ la Federazione Pugilistica Italiana, non il CONI, che un giorno prima ha inviato una email alla IAB per avere le prove sul reale essere fisico della pugile algerina.

Lei sa benissimo che, o si fanno delle deroghe ai principi della privacy, e si determina quali test  fare agli atleti,  o l’accettazione del genere dell’atleta attraverso il solo passaporto diventa una buffonata. Se la IAB desse tali referti, il mondo degli estremisti difensori della Privacy ne farebbero un polverone dichiarando la IAB federazione non seria, ed in questo anche nemica delle persone in condizione fisica incerta. Obbligano la IAB all’autogoal.

Quindi occorre sbloccare le norme di privacy altrimenti, nessuna regola può essere adoperata. Non facendo questo vi è la possibilità che fisici di natura diversa mettano in pericolo altri fisici regolamentari sotto tutti i punti di vista.

Mi domando una cosa, ma quando venivano squalificati atleti russi, o della Germania dell’est, in genere donne, per la loro fisicità e parametri mascolini, allora il passaporto non bastava? Quindi le regole dipendono con chi vengono applicate?

Anche qui chiarire significa tutelare la vita delle atlete. Questo è il compito primario del CIO e CONI, non di fare filosofia con ebete leggerezza.

Il settebello della pallanuoto è stato letteralmente defraudato dagli arbitri vanificando anni di durissimo lavoro preparatorio. Italia fa ricorso e neppure davanti a scene VAR che hanno dato ragione agli azzurri, cosa riconosciuta successivamente dai giudici, viene concessa la ripetizione dell’incontro. I nostri pallanuotisti all’inno hanno voltato le spalle alla giuria, e lei invece di unirsi alla protesta, riprende gli atleti dicendo che queste cose non si fanno, perché sono contrarie allo spirito olimpico.

Insomma gli Italiani stanno al mondo per farsi mettere sotto, ed ogni giorno dobbiamo dire YES a qualcuno?

Malagò lei avrebbe dovuto soddisfare la fisiologica esigenza di far rispettare l’Italia ed i propri atleti, altrimenti gli atleti, come nelle gare di moto e di auto, facciano un proprio sindacato per proteggersi dal CONI.

Non ultimo lei lamenta che si voglia applicare una norma, fatta dal governo Renzi, che prevede che dopo 3 mandati, basta. Lei li ha fatti. Basta.

Non si lamenti vada immediatamente alla concessionaria laziale – di cui è il proprietario – di Ferrari e Maserati, che nonostante la crisi dell’auto, ha incrementato gli incassi da 93 a 115 milioni, ha fatto salire gli utili da 3,6 a 4,8 milioni, prenda a caso una delle sue auto nel salone, faccia il pieno, e si goda la vita.

No,

Au Revoir.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
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