La Regione Emilia-Romagna si avvierà a chiedere un nuovo stato di emergenza per l’alluvione di questa notte. “Lo dobbiamo fare necessariamente”, mette in chiaro la presidente Irene Priolo, facendo il punto della situazione questa mattina. “Avrei voluto dare una notizia positiva oggi– aggiunge- perché nella notte abbiamo lavorato per l’intesa all’ordinanza per i contributi di immediato sostegno per imprese e persone colpite a settembre. Ora dovremo ripartire da zero“.
Il bolognese è stato l’epicentro dell’evento. Oltre a esondazioni e allagamenti diffusi, nella notte 15.000 utenti sono rimasti senza energia elettrica. “Adesso siamo scesi a 4.000- precisa Priolo- con gli allagamenti alcuni vani tecnici sono andati in difficoltà”. Nel frattempo, proseguono gli interventi di emergenza per mettere al sicuro la popolazione e ripristinare le strade.
“Abbiamo bisogno che i Vigili del Fuoco vengano ulteriormente supportati negli interventi di sostegno alla popolazione- dice Priolo- ora dobbiamo intervenire forte soprattutto su Pianoro: c’è bisogno di pompe idrovore, mezzi di movimento terra e del massimo supporto possibile. Lì abbiamo registrato i livelli maggiori di pioggia, poi a Budrio sempre per l’Idice. Con le colonne mobili e tutti i mezzi attivati daremo tutta l’assistenza necessaria”.
La presidente segnala però che “anche altre Regioni hanno avuto eventi così importanti” in queste ore e questo “non consente di dispiegare e concentrare qui tutti gli sforzi dei dispositivi nazionali, che comunque ringraziamo. Le colonne mobili stanno supportando anche altre realtà, tra la Sicilia e la Toscana. Questo evento ha comportato una parcellizzazione del supporto nazionale. Ma per noi ogni aiuto è comunque fondamentale”.
Tra i rinforzi, è partito tra ieri sera e stamani il contingente di soccorso della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia alla volta dell’Emilia-Romagna. Come ha spiegato noto l’assessore regionale Riccardo Riccardi, che ha firmato venerdì sera l’apposito decreto, d’intesa con il governatore Massimiliano Fedriga, sono stati schierati nell’area critica di Bologna, nel territorio comunale di Zola Predosa, due squadre con kit idraulici composte da undici volontari e due funzionari, che stanno operando in raccordo con le forze di Protezione civile giunta dal Piemonte e dalla provincia di Trento. Il decreto firmato da Riccardi, appena scattata l’emergenza rossa in Emilia-Romagna, ha impegnato 100.000 euro per supportare la locale popolazione alle prese con la calamità causata da precipitazioni piovose di carattere eccezionale in particolare su Bologna.
VERSO NUOVA ALLERTA ROSSA, PER DANNI SUBITI
Una nuova allerta rossa sarà con ogni probabilità emessa nelle prossime ore in Emilia-Romagna per la giornata di domani. Non per i temporali (non sono attese piogge) ma lo stato di fragilità del territorio. A dirlo è la presidente Irene Priolo, facendo il punto oggi con la stampa.
Una decisione verrà presa nelle prossime ore, ma è probabile che sarà emessa una nuova “allerta rossa per i danneggiamenti territoriali- spiega- non per i temporali ma per criticità di carattere idrogeologico” legata alla situazione attuale dopo l’ondata di maltempo di ieri. Allo stesso modo si deciderà sulla chiusura delle scuole. A Bologna, in particolare, “non immagino un provvedimento omogeneo a livello di Città metropolitana- anticipa Priolo- soprattutto per le scuole d’infanzia e le primarie, che sono localizzate e non comportano lunghi spostamenti. Ma ne parleremo coi sindaci”.
“PROBLEMI IN ROMAGNA, MA NON CI SONO DANNI”
La Romagna questa volta si è ‘salvata’. È stata infatti toccata solo in parte dall’alluvione di ieri, che ha mandato sott’acqua mezza Bologna. E non ha registrato danni. A dirlo è la presidente della Regione, Irene Priolo. “Stiamo tutt’ora affrontando la situazione di emergenza estrema, soprattutto nel bolognese- spiega- la Romagna è stata interessata in maniera importante, anche se al momento non si registrano danni. Il Senio e il Lamone, che sono i fiumi più delicati, stanno gestendo i colmi di piena”. In sostanza, afferma la presidente, “la Romagna in questo momento non è stata toccata da questo evento”. Alcuni problemi si registrano poi nella parte emiliana. A Modena ci sono allagamenti in alcuni punti, ma non legati ai corsi d’acqua. Colmi di piena interessano anche Secchia e Panaro, che sono “sempre attenzionati”.
Nel reggiano, invece, “abbiamo una situazione importante a Ca’ del Bosco per la rottura del Crostolo- spiega Priolo- che stiamo gestendo in queste ore con la Prefettura”. Anche Parma ha registrato “eventi importanti ma non problemi significativi”, afferma la presidente. E nel reggiano è iniziata questa mattina presto la conta dei danni nelle campagne reggiane colpite dalle rotture degli argini e dalle conseguenti inondazioni, al momento, concentrate principalmente nell’area compresa tra Santa Vittoria, Castelnovo di Sotto, Cadelbosco Sopra e Novellara.
Secondo il primo monitoraggio della Coldiretti, in collaborazione con i soci della zona, l’acqua ha inondato in particolare i terreni appena seminati, coltivati a ortaggi e seminativi. Sono a rischio anche importanti estensioni di terreni con la presenza di serre e strutture agricole.
Il monitoraggio di oggi non riguarda solo la conta dei danni ma l’osservazione di come procede il passaggio delle piene verso il Po. È previsto inoltre nella giornata di oggi il transito della piena di Po con livelli superiori alle soglie 2 lungo l’intera asta. Attenzionata anche la situazione sui versanti collinari per i movimenti franosi che possono colpire aziende agricole, molte delle quali già danneggiate da precedenti ruscellamenti, smottamenti e frane.
IN EMILIA-ROMAGNA OLTRE 600 INTERVENTI VIGILI FUOCO DA IERI
Sono stati oltre 600 gli interventi dei Vigili del Fuoco in Emilia-Romagna per la nuova alluvione. Di questi 600 interventi, infatti, 165 si sono concentrati proprio nel bolognese. Molti altri sono in corso o in attesa di essere presi in carico. Dal pomeriggio di ieri, spiega la Regione, sono caduti fino a 175 millimetri di pioggia solo sul capoluogo emiliano, sulla sua prima collina e nei Comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena o Casalecchio di Reno. La media storica dell’intero mese di ottobre è di poco superiore ai 70 millimetri.
A livello regionale, sono stati 15 i fiumi che hanno superato la soglia rossa, alcuni con livelli superiori al 2023. E questa mattina sono ancora otto i corsi d’acqua a livello di massima allerta. Sotto stretta osservazione in particolare il deflusso del Reno, dove la piena è prevista in crescita nel tratto vallivo. In piena anche il Po. Sono 350 i volontari di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna al lavoro da ieri, ai quali si aggiungono quelli delle 180 colonne mobili regionali da Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria e Provincia autonoma di Trento, oltre a ulteriori 120 persone dalle associazioni nazionali.
LUNEDI’ SCUOLE CHIUSE
In seguito all’alluvione di ieri, “per consentire le necessarie verifiche di tutte le sedi scolastiche e garantirne la sicurezza”, lunedì 21 ottobre sarà “sospesa l’attività educativa e didattica in tutti i nidi d’infanzia e in tutte le scuole di ogni ordine e grado di Bologna“. Lo rende noto il Comune di Bologna.
LEPORE: “ORGOGLIO DI COME LA CITTA’ HA REAGITO”
“Sono orgoglioso di come la città sta reagendo a queste 24 ore di inferno“. Lo afferma il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sottolineando in una conferenza stampa sull’emergenza maltempo che ieri sul territorio “è caduto un quantitativo di pioggia doppio rispetto al maggio 2023”.
Di fronte ai danni “sono tanti i volontari che si sono mossi singolarmente”, riferisce il sindaco. Non è stata predisposta una loro raccolta “perchè al momento siamo in grado di intervenire con la Protezione civile e non volevamo creare caos organizzativo”, spiega Lepore, ma “faremo sapere nelle prossime ore se ci sarà bisogno di volontari”. Intanto, molte persone si sono attivate in autonomia e “davvero Bologna, come sempre- conclude il primo cittadino- si è mossa con grande solidarietà e impegno”.
A fronte del maltempo che ha colpito Bologna, la recente scopertura del canale in via Riva di Reno “ha permesso all’acqua di sprigionare la propria pressione in modo diverso” rispetto ad altre zone della città e quindi ci sono state “meno esplosioni nel sottosuolo e nelle fognature”, anche se “ci sono comunque stati danni perché l’acqua è uscita”.
In queste ore c’è chi accusa proprio la scoperchiatura del canale Reno per l’esondazione, ma “non mi pare ci siano stati problemi solo lì. Ce ne sono stati in tutta la città- sottolinea il sindaco- e altrove sono esplose le cantine e ci sono stati danni che dimostrano quanto la pressione dell’acqua sia stata forte”. A questo proposito, “stamattina ho voluto incontrare i residenti colpiti. In particolare- racconta il sindaco- sono stato in via Andrea Costa, in via Saffi e via Sabotino. Dopo la conferenza stampa incontrerò le associazioni di categoria e i sindacati e poi andrò a San Ruffillo, voglio andare in tutti i luoghi in cui ci sono stati danni”.
Intanto “ho visto scene che non avremmo mai voluto vedere, perché sono state colpite famiglie che hanno visto tutti i loro beni distrutti dall’acqua. Ci sono case che sono state costruite sotto il livello del Ravone” e quindi l’acqua “ha inondato cantine, garage e in alcuni casi anche appartamenti al piano terra e al primo piano, quindi con ingenti danni”.
Però in zona Riva di Reno è andata in modo diverso, perché la scopertura del canale “ha permesso alla città in quella zona di avere alcuni danni ma non gli stessi del Ravone- afferma Lepore- perché la pressione dell’acqua è stata meno forte. Nella zona del Ravone e dell’Aposa, proprio perché i cassoni sono chiusi, la pressione dell’acqua ha raggiunto una velocità e una forza tremenda che ha sfondato i muri delle cantine e dei sottoscala. Mentre nella zona di Riva Reno questa cosa è successa relativamente e i danni a negozi e cantine si sono avuti per l’acqua che percolava dal canale e in generale per quella piovana, scesa sulla città con veri e propri fiumi d’acqua che attraversavano le strade”.
Lepore riferisce poi di aver sentito la presidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo: “Insieme chiederemo lo stato di emergenza, è molto importante si capisca che questa volta è Bologna la città maggiormente colpita, lo chiedo con grande forza perché bisogna che tutta la città metropolitana venga aiutata ad avere le risorse che servono per ripartire al più presto, per rimborsare chi ha avuto danni per parte privata” e anche per finanziare “tutti gli interventi che servono per strade, fogne e recupero dei fronti franosi”.
Fonte
Agenzia DIRE
www.dire.it