La nota di Donella Mattesini e Valentina Vaccari, consigliere comunali Partito Democratico Arezzo:
“Arezzo città della natalità”. È questo uno dei titoli del Documento Unico di Programmazione dell’Amministrazione Comunale di Arezzo. Peccato che la realtà smentisca il suddetto intento. Infatti abbiamo liste di attesa per l’accesso ai nidi nella fascia 3-9 mesi di ben 89 bambini. E come se non bastasse, anche quest’anno come i precedenti anni, regna il caos per quanto riguarda l’accesso ai servizi integrativi estivi, il cosiddetto “Tempo bello”.
La modalità e la tempistica per l’iscrizione, e quindi l’accesso, sembrano fatti apposta per mettere in difficoltà le famiglie. Infatti è ancora il “click day” che inizia la sua operatività alle ore 9, il sistema con cui le famiglie possono iscrivere i propri figli, un orario che crea disagio a tanti genitori che a quell’ora lavorano e che non possono prendere permessi.
Eppure questa Amministrazione che ha un avanzo di bilancio libero di 11milioni di euro non ha certo problemi di risorse. Noi pensiamo che è proprio sui bambini e sull’accesso ai servizi educativi da un lato e dall’altro i servizi estivi ed il sostegno alla genitorialità, che il Comune dovrebbe investire le proprie risorse e non centellinare come sta facendo.
Mettere in competizione le famiglie anziché sostenerle in modo adeguato nella cura dei propri figli con servizi che sono di competenza del Comune è ignoranza dei bisogni e delle difficoltà delle famiglie, ma anche scarso interesse per la vita dei bambini, delle bambine e delle famiglie stesse. Scarso interesse che l’Amministrazione dimostra anche nella non applicazione della L 65/2017 di cui gode il finanziamento, legge che prevede l’attivazione di altre tipologie di servizi educativi oltre la formula del nido.
Non è con l’attivazione della competizione tra le famiglie che si aiuta a fare crescere una comunità solidale e coesa. Ma forse non è questo l’obbiettivo principale di questa Amministrazione che infatti più che “tempo bello” organizza un servizio il cui nome più corretto sarebbe “tempo incerto”.