di Stefano Pezzola
Scrive il giornalista romano di adozione ma aretino di nascita GIULIO MEOTTI sulla sua newsletter giornaliera:
“Il politicamente corretto è una pagliacciata in bancarotta. Disney affonda, Netflix crolla (io ho cancellato il mio abbonamento quando ho visto un film su un uomo incinto e Achille nero), la Cnn chiude canali e in Italia i giornali stanno per scomparire (La Repubblica, il giornale-partito del progressismo, in dieci anni ha perso due terzi delle copie). Volevano rieducare il pubblico. Si sono ritrovati senza“.
Come non essere d’accordo?
https://www.facebook.com/giulio.meotti
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“L’Europa orwelliana chiamerà la censura Internet sicuro. Mentre Elon Musk si compra Twitter per liberalizzarlo, Bruxelles vara la più grande regolamentazione della libertà di parola. In molti paesi le critiche a politiche progressiste, come gender e immigrazione di massa, sono tutte rientrate nella categoria di incitamenti all’odio. Per una azienda, meglio cancellare un contenuto in più che rischiare sanzioni della UE. La democrazia si sta trasformando nella democrazia globale di Hillary Clinton? Negli Stati Uniti, la libertà di parola è sempre protetta tranne che in circostanze come l’incitamento diretto a un’imminente azione illegale ricorda il Wall Street Journal. L’Europa ha assunto una posizione molto meno protettiva. E cosa può andare storto? Basta chiederlo a femministe, scrittori e ministri europei processati in queste settimane per dei social critici del gender o per razzismo“.
Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003.
È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.