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Ottimizzare la presa in cura delle persone con Alzheimer, il progetto dell’Asl Toscana sud est

Favorire la migliore presa in cura delle persone con Alzheimer in ospedale e sul territorio nell’ottica di favorire l’umanizzazione delle cure durante i delicati momenti di ricovero o di accesso in pronto soccorso. È un vero e proprio ‘patto’ quello tra personale sanitario, persone con Alzheimer e familiari o caregiver per costruire insieme percorsi sempre più ottimizzati e migliorarne la comunicazione. I familiari, al contempo, possono alleviare lo stress che subisce una persona con Alzheimer o altre forme di demenza durante i momenti di ricovero, collaborando attivamente con il personale sanitario.

Con questi obiettivi condivisi tra l’Asl Toscana sud est e l’Aima Arezzo (Associazione italiana malattia di Alzheimer) è stata messa a punto una brochure informativa che verrà distribuita nei presidi ospedalieri e nel territorio aretino con alcune informazioni utili sia per il paziente che per il familiare o caregiver a suggello del patto di collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. 

Il materiale informativo,  a cura della Uoc Relazioni interne, comunicazione inclusiva e di equità dell’Asl Toscana sud est, è stato presentato questa mattina alla sede direzionale dell’Asl Toscana sud est alla presenza della direttrice generale f.f. Antonella Valeri, della direttrice sanitaria Assunta De Luca, della direttrice del Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche Vianella Agostinelli, della direttrice degli ospedali riuniti dell’Aretino, del Casentino, della Valtiberina e della Valdichiana aretina, Barbara Innocenti e della presidente di Aima Arezzo, Silvana Repetti. 
All’interno della brochure sono riportati i diritti della persona con Alzheimer quali, ad esempio, la permanenza nel pronto soccorso per il tempo minimo indispensabile per gli accertamenti, il trasferimento rapido in una sistemazione idonea per limitare al massimo il disorientamento spazio-temporale. Durante un ricovero o nell’attesa di una visita, la persona con Alzheimer deve avere la garanzia di restare in barella o in poltrona con tutta la riservatezza e nella massima sicurezza possibile. La famiglia deve poter comunicare la storia clinica e la terapia in corso ai sanitari e restare vicino al proprio caro nelle situazioni di maggior disorientamento o agitazione. 
Al contempo, i familiari o caregiver adottano comportamenti che non intralciano il buon funzionamento dei pronto soccorso o delle strutture sanitarie, seguono scrupolosamente le indicazioni fornite dal personale sanitario e forniscono una adeguata informazione sulla terapia seguita del proprio congiunto. 
La brochure è parte di una progettualità ben più ampia messa a punto dalla Direzione sanitaria dell’Asl Toscana sud est, in sinergia con il Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche dell’Asl Toscana sud est che sarà estesa anche nelle province di Grosseto e Siena e  mira a incentivare percorsi ad hoc affinché le persone con Alzheimer o con altre forme di demenza abbiano una assistenza sempre più sicura e di qualità, orientata ai bisogni individuali.
Il progetto prevede, per le persone con Alzheimer o con patologie simili che accedono in pronto soccorso, l’assegnazione di un codice specifico al momento del triage per una presa in cura dedicata e la presenza del familiare o caregiver anche negli spazi solitamente interdetti alle visite.  Nel caso in cui la persona sia dimessa verso il proprio domicilio o una Residenza assistita, viene garantita la continuità tra setting operativi ospedalieri e territoriali, attraverso la segnalazione precoce da parte del pronto soccorso alla Centrale operativa territoriale per l’attivazione dell’Infermiere di famiglia e comunità. La dimissione deve essere accompagnata da indicazioni sui servizi a cui rivolgersi nel territorio. 
«Non possiamo parlare solo di disabilità, ma di persone con precisi diritti e dignità – ha evidenziato la direttrice generale f.f. Antonella Valeri – La nostra Azienda, grazie al grande apporto del mondo dell’associazionismo, sta percorrendo una strada sempre più delineata per definire percorsi ancora più coerenti con le esigenze specifiche dei pazienti e dare risposte efficaci ai loro bisogni».
«Per le persone con Alzheimer o con altre forme di demenza, un ricovero rappresenta sempre un motivo di forte stress – sottolinea la direttrice sanitaria Assunta De Luca – grazie alla forte sinergia introdotta con l’associazione Aima abbiamo, quindi, voluto introdurre nuovi strumenti per rendere sempre più efficace la presa in cura dei pazienti. Abbiamo, inoltre, previsto una formazione specifica per il nostro personale sanitario, in un’ottica di sensibilizzazione sulla tematica di gestione dell’Alzheimer o di altre forme di demenza. Ringrazio l’Associazione Aima per il supporto e il contributo con l’obiettivo di migliorare sempre più i percorsi». 
«L’Alzheimer, con la sua incidenza e prevalenza crescente all’aumentare dell’età – sottolinea la presidente Aima Arezzo Silvana Repetti – assume un valore emblematico rispetto ai bisogni socioassistenziali che il paese dovrà con ogni probabilità attrezzarsi ad affrontare nel futuro. Nella provincia di Arezzo abbiamo 7248 casi di persone over 65 con forme di demenza, decadimento cognitivo e Alzheimer e 135 casi dai 35 ai 64 anni. È, quindi, importante tentare di costruire una comunità consapevole e sensibile che sia in grado di superare lo stigma che caratterizza la demenza.  Per raggiungere questo obbiettivo è indispensabile fare rete con le Istituzioni e la elaborazione di questa brochure con la Asl Toscana Sud est è quella di semplificare un percorso e di istituire un patto con la persona fragile e la propria famiglia e con il personale sanitario, per una presa in carico più efficace ed efficiente, sia nel momento del ricovero in ospedale che sul territorio».
 
Ufficio Stampa Azienda Usl Toscana Sud Est
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