Paolo Nicchi, Alfio Nicotra e Gianni Mori: lettera aperta al Presidente del Consiglio comunale di Arezzo

Gentile Presidente,
da cittadini di Arezzo e da persone che hanno fatto parte in anni passati a diverso titolo dell’istituzioni rappresentative del nostro Comune, non possiamo che esprimere preoccupazione per la revoca decisa dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, della concessione della sala rosa del palazzo comunale per la proiezione del documentario “Maidan la strada verso la guerra” del giornalista Vincenzo Lorusso.

Ci preoccupano le motivazioni assunte senza neanche vederlo il documentario – essere filo russo e filo Putin- come se i cittadini e le cittadine di Arezzo non fossero loro in grado di valutare i contenuti di un film non proibito dalle leggi delle Repubblica,  ma sottoposto invece a questa inaccettabile censura.
Troppe volte e sempre più di frequente le posizioni di critica alla guerra in Ucraina – anche quelle di persone autorevoli come Papa Francesco- vengono derubricate a posizioni filorusse e sottoposte a criminalizzazioni caricaturali che non rispondono al vero.
Ricordare che quel tragico conflitto, il cui numero di morti è altissimo, non sia nato all’improvviso con l’inizio dell’invasione russa dell’ Ucraina- invasione che per noi rimane comunque inaccettabile- ma che ha radici profonde nello sfaldamento dell’Unione Sovietica, nel rovesciamento del Presidente dell’Ucraina legittimamente eletto (i fatti di Maidan appunto), nell’espansione della NATO fino alle porte della Russia, nella sanguinosa guerra civile tra la popolazione russofona e quella di lingua ucraina nel Donbass, non è fare propaganda ma cercare di comprendere le ragioni profonde che stanno dietro questo  conflitto.

Per questa ragione ci permettiamo d’invitare il Presidente del Consiglio Comunale e l’Ufficio di Presidenza tutto a rivedere la loro decisione di revocare la sala per la proiezione del documentario e a lasciare la possibilità che i cittadini e le cittadine della nostra città possano decidere loro, vedendolo, se i contenuti del film siano o meno condivisibili.
Certi che comprenderete lo spirito di questa nostra lettera aperta, restiamo in attesa di un vostro cortese cenno di riscontro.

Paolo Nicchi
Gianni Mori
Alfio Nicotra

© Riproduzione riservata

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