Città del Vaticano – Papa Francesco si è spento questa mattina alle 7:35. A darne notizia è stato il cardinale Farrell con parole cariche di commozione:
“Il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre”. Solo ieri aveva salutato i fedeli in piazza San Pietro dopo la messa di Pasqua, nonostante le condizioni di salute precarie che lo avevano portato a un lungo ricovero, concluso lo scorso 23 marzo.
Jorge Mario Bergoglio era nato a Buenos Aires nel 1936, figlio di emigrati italiani. La sua infanzia fu segnata dalla fede trasmessa dalla nonna Rosa e da esperienze lavorative precoci, come quella in un laboratorio chimico.
A 21 anni subì l’asportazione di parte del polmone destro. Poco dopo, una forte esperienza spirituale lo spinse alla vocazione religiosa.
Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1958, fu ordinato sacerdote nel 1969. Durante la dittatura militare argentina fu criticato da alcuni, ma molti testimoni raccontano del suo impegno nel proteggere i perseguitati.
Divenne vescovo nel 1992, cardinale nel 2001, e a Buenos Aires si distinse per sobrietà e attenzione ai più poveri.
Il 13 marzo 2013 fu eletto papa, primo sudamericano e primo gesuita al soglio pontificio. Scelse il nome Francesco in omaggio al santo di Assisi.
Ruppe subito con le formalità: niente mozzetta rossa, niente scarpette, ma un semplice saluto dalla loggia di San Pietro: “Fratelli e sorelle, buonasera”. Con Benedetto XVI mantenne sempre un rapporto affettuoso, definendolo “come un nonno saggio”.
Anche se non ha mai visitato fisicamente Arezzo, ha avuto momenti significativi con la comunità aretina. Nel 2013 salutò oltre 6.000 fedeli della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro durante un’udienza in Vaticano, e nel 2016 accolse una delegazione della Giostra del Saracino, benedicendo simbolicamente la lancia d’oro realizzata per l’occasione.
Il pontificato di Francesco ha lasciato un’impronta profonda: attenzione agli ultimi, difesa dell’ambiente, apertura al dialogo.
Ha guidato la Chiesa con umiltà, affrontando sfide complesse con parole semplici e gesti concreti. Oggi il mondo lo saluta con gratitudine: il papa della misericordia, della sobrietà, della vicinanza.