Parte la sperimentazione di armi a impulsi elettrici in dotazione alla Polizia Municipale di Arezzo

Parte la sperimentazione di armi a impulsi elettrici in dotazione alla PM. Il Consiglio Comunale ha approvato con 21 voti favorevoli, 7 astenuti e 1 contrario la proposta di delibera illustrata dal sindaco Alessandro Ghinelli che disciplina la sperimentazione delle armi a impulsi elettrici. Il sindaco ha sottolineato come “già il regolamento della polizia municipale, approvato con delibera di giunta del 15 novembre 2021, prevedesse tale arma e la subordinasse a un ulteriore regolamento specifico. Quest’ultimo prevede una formazione adeguata che fornirà un livello di preparazione finalizzato all’utilizzo del taser in sicurezza. Il regolamento prevede inoltre un periodo di sei mesi di sperimentazione che impegnerà due unità munite della qualifica di ‘agente di pubblica sicurezza’, al termine del quale spetterà al sottoscritto valutare se adottare il taser in via definitiva”.

Per Michele Menchetti “non abbiamo bisogno di Rambo locali. Quali effetti potranno avere le pistole a impulsi elettrici su un soggetto che viene colpito e che soffre, magari, di cardiopatia? Le morti conseguenze di quest’arma sono tante e mi pare che ci sia troppa leggerezza nell’affrontare l’argomento. Come riconosco, ad esempio, una donna incinta, soggetto su cui il taser non può essere usato, quando è al primo mese? Di armi gli agenti ne hanno a sufficienza. Il mio voto sarà contrario”.

Anche Luciano Ralli non ha mancato di sollevare alcune perplessità: “ci sono molti riscontri scientifici che dicono che questa arma non è letale. Tuttavia la letteratura di cui disponiamo non è sufficiente, in quanto gli studi hanno sempre mosso dalle reazioni di persone ‘sane’. Purtroppo, in alcuni paesi, anche in Italia lo scorso agosto, ci sono state conseguenze mortali per chi ha subito un colpo di taser. Evidentemente questi soggetti non erano ‘sani’. È dunque un’arma utile? Certamente sul piano della deterrenza, ma non possiamo trascurare certi aspetti. Come si fa a riconoscere o a sapere, ad esempio, se un soggetto assume o meno farmaci che possono in qualche modo stimolare il ritmo cardiaco e la fibrillazione ventricolare, a loro volta accentuabili da una scarica elettrica? Tutti i vigili urbani sono consapevoli dei rischi che possono incontrare, anche penalmente, quando si verificano circostanze spiacevoli? Il voto non sarà negativo perché riteniamo che sia giusto attendere almeno i risultati della sperimentazione”.

Per il Pd i dubbi sono stati rinforzati da Giovanni Donati, Alessandro Caneschi, Valentina Vaccari e Donella Mattesini: “l’agente che utilizza il taser si assume una grande responsabilità, dovrà decidere in un istante, con concitazione, e dopo avere premuto il grilletto non si torna indietro. Non è un caso che fra tutti i vigili in dotazione al corpo della PM, in 26 hanno richiesto di partecipare ai corsi di formazione ma in 70 hanno scelto di non farlo. Cos’ha fatto questa amministrazione per evitare che in città aumentassero il degrado sociale e il numero dei soggetti marginali”?

Valentina Sileno ha ricordato che “anche Polizia di Stato e Carabinieri hanno in dotazione il taser ma in caso di intervento congiunto con gli agenti della PM chi lo usa per primo? Non leggo peraltro, tra i casi in cui il taser può essere usato, quello di chi tenta il suicidio e magari deve essere rapidamente dissuaso”.

Per Marco Donati “oggi i vigili sono esposti a rischi significativi. E su questo non ci sono dubbi. Per questo leggo l’odierna delibera come un atto di coraggio della giunta perché l’incolumità degli operatori deve essere mantenuta. Il nostro voto favorevole si baserà sulla fiducia negli agenti e sui numeri relativi alle aggressioni da loro subite. Non ne fate però un feticcio e cominciate a lavorare anche sulle soluzioni in grado di contenere il degrado. Non bastano le armi ma serve altro”.

Per Roberto Cucciniello la vera questione è utilizzare “bene questo strumento. E sono certo che i vigili che si sono candidati a svolgere i corsi di formazione sapranno rispondere a tutte le cautele del caso. Peraltro, da molto tempo, hanno in dotazione uno strumento ben più letale del taser: si chiama pistola”.

Per Fratelli d’Italia anche Francesco Palazzini ha ricordato che “già oggi gli agenti devono compiere valutazioni delicate nell’immediatezza dei fatti, con armi ben più impattanti. Trovo il regolamento assolutamente adeguato alla qualità del personale e alle casistiche che oggi si possono verificare in città” mentre per Francesco Lucacci “è giusto che agli agenti sia riconosciuta la dignità che meritano e siano considerati capaci di maneggiare adeguatamente uno strumento più utile e meno pericoloso di un’arma da fuoco. E sia chiaro: non esiste un diritto a delinquere”.

Federico Rossi ha ricordato che “non si tratta di un’arma di offesa ma di difesa, svolge dunque una funzione di deterrenza che dà maggiore forza a chi opera quotidianamente per la sicurezza dei cittadini”.

Sempre per la Lega, Piero Perticai ha rilevato “nei vigili urbani una cultura del servizio molto superiore rispetto al passato, i loro comportamenti sono sempre gentili, abbiamo un comandante che è un fiore all’occhiello e i tutori dell’ordine hanno il diritto a difendersi” mentre Egiziano Andreani ha ricordato che “la percentuale di agenti che hanno manifestato interesse è in realtà molto elevata perché i vigili per strada non sono tutti quelli in dotazione, da questo numero va detratto gli impiegati in servizi amministrativi”.

Simon Pietro Palazzo “la polizia municipale oggi interviene in situazioni e scenari sempre più difficili. Credo che non dobbiamo avere paura di un regolamento grazie al quale rafforziamo il ricorso al taser come forma di deterrenza, utilizzabile da chi conosce preventivamente le realtà marginali, modula il suo intervento su questa conoscenza e non va alla carica brandendo un’arma”.

Per Alessandro Calussi “è certamente uno strumento nuovo, delicato, che richiede una regolamentazione dettagliata. Dobbiamo inoltre pensare che è uno strumento di difesa, legittima, non solo per la propria persona ma anche a vantaggio di terzi. Non è imposto a tutti gli agenti ma a coloro che volontariamente si vogliono assumere questa responsabilità”.

Aldo Poponcini ha ricordato che “il riferimento è sempre l’articolo 53 del codice penale che regola l’uso delle armi. Non siamo il primo comando in Italia a detenere il taser, sappiamo bene che deve essere l’extrema ratio. Prima dell’avvio della sperimentazione sarà inoltre elaborato un apposito manuale tecnico-operativo d’intesa con l’Asl con le caratteristiche e le modalità d’impiego del dispositivo, gli effetti sulla persona, informazioni sanitarie, avvertenze e precauzioni”.

“Le considerazioni più importanti – ha ricordato il sindaco Alessandro Ghinelli – attengono alla legittima difesa: quest’ultima, come noto, deve essere proporzionata all’offesa. E il taser, rispetto alla pistola, è un’arma che permette di prefigurare tale fattispecie. Le regole di ingaggio sono chiare: l’uso del taser serve a rendere innocui soggetti estremamente aggressivi, armati con armi da sparo, armi da taglio o corpi contundenti atti a costituire grave pericolo per l’incolumità pubblica e degli agenti che operano sul campo, non certo a sedare le scaramucce tra ragazzini. E il taser funge anche da deterrente: avere la consapevolezza che la polizia municipale è dotata anche di questo tipo di arma può convincere a riflettere prima di agire in maniera violenta. È poi molto chiaro il contesto nel quale gli operatori possono servirsene e nel momento in cui questi ultimi dovessero decidere di usare l’arma a impulsi elettrici, dovranno mantenere una certa distanza e attuare un’adeguata comunicazione verbale. Si vis pacem para bellum, dicevano i latini: preparare le armi per la difesa assicura la pace”.

© Riproduzione riservata

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED