Partorire senza dolore. In una parola: partoanalgesia. Partito negli anni ‘80 al San Donato di Arezzo come un servizio a pagamento svolto da un piccolo numero di anestesisti, la partoanalgesia si è successivamente estesa divenendo gratuita due decenni dopo, grazie all’introduzione della tecnica all’interno di un percorso istituzionale che ha permesso così a tutte quelle donne che lo desideravano di limitare il dolore durante il parto.
Era il 18 ottobre 2004, e cioè 20 anni fa esatti, quanto la partoanalgesia viene introdotta in un percorso istituzionale rendendola gratuita e anticipando, di fatto, l’inserimento di questa procedura nel “Livelli Essenziali di Assistenza”, indicati quattro anni più tardi dal Decreto del Consiglio dei Ministri del 23 Aprile del 2008, consentendo così a tutte quelle donne che volessero partorire senza dolore di farlo.
«La Partoanalgesia è una tecnica anestesiologica per il controllo del dolore da parto, efficace e sicura sia per la madre che per il feto – spiega la dr.ssa Raffaella Pavani, Direttrice Area Dipartimentale Terapie Intensive Zona EST e responsabile UOC Anestesia e Rianimazione -. La tecnica si basa sul posizionamento di un catetere a livello dello spazio peridurale della colonna vertebrale lombare, attraverso il quale vengono somministrati analgesici in bassissime dosi e a boli intermittenti grazie ad una pompa infusionale fino alla conclusione del parto. Questo permette di controllare il dolore, mantenendo la capacità di spinta e la partecipazione attiva allo svolgimento del travaglio con ripercussioni positive sul nascituro».
«Di fatto la partoanalgesia è diventata una libera scelta della donna ed anche una grande conquista per il nostro genere – sottolinea la dott.ssa Mirella Bennati, Responsabile Anestesista del percorso Materno-infantile -. Inoltre dal 2022 è stata creata una Guardia Anestesiologica Ostetrica dedicata prevalentemente alle attività della sala parto».
I dati forniti da ESTAR relativi agli ultimi 20 anni di attività, evidenziano il successo riscosso della partoanalgesia da parte di un numero crescente di donne che l’hanno scelta come tecnica antalgica. Dal 2021, infatti, le percentuali di chi ha scelto di ricorrere al controllo del dolore durante il parto oscillano tra il 36% ed il 41% collocando l’ospedale San Donato tra i centri regionali e nazionali con i numeri maggiori.
«Questi risultati sono il frutto del lavoro svolto in Sala Parto, un lavoro da sempre concentrato sulla necessità di garantire sicurezza e soddisfazione da parte della donna – dice la dr.ssa Lucia Guerrera Responsabile Percorso Nascita Ospedale Arezzo -. È necessario che la donna, che richiede la parto-analgesia, sia adeguatamente informata sulla tecnica e su benefici e rischi ad essa correlati. Per questo motivo è stato organizzato un “percorso nascita” che la donna deve seguire e che si arrticola in due fasi».
L’ultimo giovedì di ogni mese, infatti, all’Auditorium del San Donato si svolge un incontro multidisciplinare in cui le donne vengono informate dai sanitari che incontreranno al momento del loro ricovero. In particolare sarà un medico anestesista a fornire tutti le informazioni e i dettagli sulla Parto-analgesia. Incontri che ogni anno hanno visto crescere il numero delle partecipanti e dei loro accompagnatori. Con le indicazioni ricevute durante l’incontro, le donne dovranno effettuare successivamente una visita anestesiologica individuale, di solito dopo la 36esima settimana gestazionale, utile a raccogliere i dati personali e il consenso informato da parte della donna sul ricorso alla partoanalgesia. La scelta definitiva se scegliere o meno questa tecnica antalgica avverrà al momento del travaglio.
Un percorso in cui è fondamentale l’approccio multidisciplinare. «La collaborazione multidisciplinare fra le varie figure professionali dell’equipe (Ginecologi, Ostetriche, Anestesisti e Neonatologi) – spiega il dr. Ciro Sommella Direttore UOC Ostetricia e Ginecologia Ospedale Arezzo – è stata fondamentale in questi anni per la crescita della nostra attività contribuendo al processo di umanizzazione delle cure e a rendere un evento tanto importante nella vita di una donna, come il parto, un momento rassicurante e positivo che permette alla donna di vivere un’esperienza unica e soddisfacente».
Ufficio Stampa Azienda Usl Toscana Sud Est