Pastori veri in PASTURS: attenti, loro fanno sul serio. Matteo Contena e Marco Bruni hanno presentato la candidatura per il progetto PASTURS.
Matteo Contena, Vicepresidente del comitato “Resistenza Pastorale”, e Marco Bruni, Presidente del comitato “Emergenza Lupo – Arezzo”, hanno scelto di seguire le orme di Caterina Blasi, iscrivendosi alla scuola di pastorizia del progetto PASTURS.
La loro decisione nasce dalla volontà e dal coraggio di mettersi in discussione e sottoporre ad ulteriori verifiche le loro convinzioni, sostenute da anni di studio e pratica
nell’allevamento ovino.
Per Matteo, la padronanza della materia non è frutto esclusivo di studi accademici o provenienti dalla disinformazione mainstream sul lupo, ma si intreccia con
un’esperienza professionale di lungo corso, coltivata da generazioni, insieme al padre ed allo zio.
Nonostante questa consolidata prassi lavorativa e culturale, animato da un sincero desiderio di confronto, Matteo non esita a mettersi in gioco esplorando in prima
persona l’altro volto della pastorizia, quella di fantasia, quel racconto tanto celebrato sui media ad uso dei non addetti ai lavori: la cosiddetta “convivenza” tra pastori e grandi
carnivori.
Fino a oggi infatti, PASTURS è apparso come un’operazione di comunicazione rivolta
all’opinione pubblica, finalizzata a “dimostrare” che la pastorizia estensiva può coesistere
con la progressiva saturazione dei territori da parte dei lupi.
A livello nazionale, gli allevatori coinvolti in PASTURS non superano di molto la ventina, in
contrapposizione alle migliaia di operatori che quotidianamente subiscono danni ingenti e
affrontano gli insostenibili costi della difesa dai lupi.
In molti non hanno retto all’aumento spropositato degli oneri di gestione e dalle campagne
animaliste contro il consumo di carne, latte e derivati.
Matteo Contena, Vicepresidente del Comitato “Resistenza Pastorale” Campagne spesso diffamatorie, operate da chi vorrebbe imporre ai pastori come gestire le proprie
aziende. In tutto questo non si può non prendere in considerazione un evidente conflitto di interessi.
Nell’area del Parco delle Foreste Casentinesi, le aziende coinvolte erano solo quattro nel 2024, in forte calo rispetto alle prime edizioni del progetto.
Tali realtà, esempi “viventi” di concorrenza “dopata”, ricevono da fonti esterne contributi, cani da guardiania con spese veterinarie e alimentari a carico del progetto, usufruiscono anche di un significativo ritorno d’immagine, di strumenti di difesa
aggiuntivi, manodopera gratuita costituita dai corsisti e il compenso per l’ospitalità negli agriturismi che gestiscono.
Eppure, nonostante questi incentivi, il progetto sembra avviato al fallimento: il ricorso a
ex partecipanti, come la stessa Caterina Blasi, frequentatrice del corso del 2024 e già annunciata per il 2025, ancor prima della chiusura delle iscrizioni è il segnale più evidente di una scarsità di nuovi candidati.
Ad essere onesti, il lavoro del pastore non è certo semplice e comodo, se poi viene praticato in contesti favolistici e di pura fantasia, non si può sperare di durare a lungo, perlomeno non oltre la fine della somministrazione del “doping”.
Alle spalle di PASTURS operano e traggono profitto realtà come la Cooperativa Eliante e “Difesa Attiva”, con finanziamenti provenienti da parchi, aziende e associazioni
ambientaliste (tra cui il WWF) e dalla troppo poco nota Fondazione Capellino.
Quest’ultima, proprietaria della multinazionale “Almo Nature”, destina alle attività della fondazione una parte dei ricavi d’impresa, circa un ventesimo del proprio fatturato.
Alla fine molto poco, considerando il volume d’affari di questa nota azienda, che produce alimenti con derivati animali da allevamenti intensivi, per alimentare gli animali d’affezione.
…a voler essere cinici questo sembra essere la cosa più antinaturale ed ecoinsostenibile del mondo…
Agli aderenti del progetto PASTURS vengono fornite gratuitamente le crocchette “Almo Nature”, per l’alimentazione dei cani da guardiania, che devono essere tanti, in considerazione della saturazione di lupi nei territori.
I pastori veri invece gli alimenti per i cani (e gli altri costi) se li pagano da soli.
Le ambizioni della Fondazione Capellino, ridurre la popolazione umana mondiale e destinare il 50 % delle terre a processi di rewilding, richiedono un’analisi approfondita, che raccomandiamo vivamente, per cogliere le logiche del famigerato greenwashing.
Matteo con Caronte, uno dei suoi cani da guardiania.
Marco Bruni, Presidente del Comitato “Emergenza lupo – Arezzo”
Negli ultimi anni, comunque, gli investimenti della Fondazione Capellino verso la rete dei “pastori amici dei lupi” sono drasticamente diminuiti, poiché i danni causati dai predatori rendono difficilmente sostenibile – e difendibile – l’operato di chi continua a promuovere la convivenza a ogni costo.
In questa cornice intervengono Matteo e Marco, portavoci aretini del contenimento del lupo, ispirato al modello svizzero, quello che tutela gli allevatori concedendo interventi selettivi di abbattimento e una netta riduzione del numero di lupi nei territori, pur garantendone una contingentata presenza.
Prima che PASTURS chiuda i battenti, è fondamentale partecipare e far conoscere e valutare questo bagaglio di conoscenze “alternative”: ogni prospettiva, anche quella più sbagliata, arricchisce il dibattito culturale e professionale.
I due allevatori confidano di essere ammessi alla selezione esattamente perché portano in dote un’esperienza pratica vasta e concreta, sono entrambi allevatori di lungo corso, dotati anche di cani da guardiania, ma mantenuti a proprie spese.
Marco, in particolare, vanta oltre quindici anni di attività come addestratore professionale di cani da utilità e difesa.
Non sono due semplici curiosi, attratti dalla mitologia sul lupo o da un’esperienza formativa
di breve durata da diffondere sui social con toni profetici, il progetto PASTURS non può dire
di no alla richiesta di partecipazione di Matteo Contena e di Marco Bruni, i due “antilupo”
per antonomasia, perché l’opportunità di convertire gli “infedeli” non ha mai spaventato i
missionari, e non dovrebbe farlo, a maggior ragione oggi, quando l’opinione pubblica è in
maggioranza polarizzata dalla parte del lupo