«La collaborazione fra l’Unità Fuzionale salute mentale infanzia adolescenza (Ufsmia), diretta dal Dr. Luciano Luccherino, e Pediatria è ormai una esperienza ben rodata che possiamo considerare un fiore all’occhiello del nostro ospedale – dichiara il dr. Marco Martini Direttore UOC Pediatria ospedale Arezzo -. Oggi purtroppo le situazioni di emergenza urgenza psicopatologiche nella fascia preadolescenziale e adolescenziale hanno visto un aumento esponenziale con percentuali di ingressi in pronto soccorso pediatrico molto più elevate rispetto a 10 anni fa. La presenza della dottoressa Alice Rinchi si è rivelata preziosissima nel garantire e ottimizzare la funzione di collegamento fra Pediatria e Ufsmia».
«La presenza di uno psicologo nel reparto di Pediatria – spiega la dr.ssa Susanna Giaccherini direttrice UOC Psicologia Aretina – oltre all’importante funzione di supporto e ascolto per gli utenti ha anche quella di una attivazione dei servizi attorno al minore quali consultorio e servizi sociali. Spesso vediamo che attorno ad un disagio di un giovane che arriva in pronto soccorso c’è un contesto ambientale e familiare che ha bisogno di sostegno e di ascolto, talvolta anche di supporti sociali ascolto e appoggio. Di fronte alle emergenze psicosociali la presa in carico diventa multidisciplinare e multifocale, con un focus proprio sul sistema familiare.».
«Non passa giorno che nel pronto soccorso pediatrico non si registri l’arrivo di emergenze psicosociali – aggiunge il dr. Martini – che richiedono la collaborazione fra medico, Ufsmia e rete territoriale e in questo la dr.ssa Alice rappresenta un tassello importantissimo. Al PS pediatrico arrivano, tra gli altri, ragazzini con attacchi di ansia, disturbi comportamentali, episodi di autolesionismo e una psicologa “residente” in reparto che assicura la sua presenza da lunedì al sabato è un aiuto importantissimo perché rappresenta anche un collegamento con i neuropsichiatri della Ufsmia».
Fra le emergenze anche i disturbi alimentari.
«La presa in carico multiprofessionale comincia con il ricovero – chiarisce la dr.ssa Alice Rinchi, psicologa –. Una collaborazione che, oltre all’intervento medico, vede l’attivazione attraverso la mia figura professionale di un’insieme di interventi relativi al benessere bio-psico-sociale che sono necessari quando ci troviamo di fronte a un minore con patologie croniche che la famiglia non riesce ad affrontare nel modo corretto. Lo psicologo non deve essere solo un punto di ascolto e supporto psicologico ma deve anche attivare quella Rete utile a garantire il benessere del minore. Purtroppo ci sono strati sociali disagiati che non sanno affrontare le malattie croniche dei propri bambini ed è qui che interviene la rete territoriale».
«Malattie croniche come il diabete infantile e come l’asma che sono difficili da gestire e soprattutto da accettare – aggiunge il dr. Martini –. Il diabete tipo 1 in particolare, quello che colpisce i bambini, comporta la dipendenza da insulina per tutta la vita e farlo accettare ad un bambino e ai suoi familiari non è semplice, soprattutto quando il paziente arriva in età adolescenziale nella quale il rischio di abbandonare le terapie è alto. Il sostegno psicologico in questo caso è fondamentale».
«L’equipe che al pronto soccorso pediatrico del San Donato prende in cura un minore – conclude la dr.ssa Susanna Giaccherini – è in stretto raccordo con quella territoriale e questo è importante perché, con la sua multidisciplinarietà, garantisce tempestività, prossimità e continuità ospedale-territorio, costituendo quella rete senza la quale il rischio è di perdere il giovane paziente».