di Stefano Pezzola
Dal 1° luglio le funzioni previdenziali svolte dall’INPGI sono trasferite all’INPS.
Sono iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti iscritti all’Albo negli appositi elenchi e registri, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica.
In particolare, per gli assicurati presso la gestione sostitutiva dell’INPGI, l’importo della pensione è determinato dalla somma delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità contributive acquisite fino al 30 giugno 2022, calcolate applicando le disposizioni vigenti presso l’INPGI e della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive acquisite a decorrere dal 1° luglio 2022, applicando le disposizioni vigenti nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Dal 1° luglio si perfeziona quindi il trasferimento della funzione previdenziale svolta dall’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti italiani “Giovanni Amendola” (INPGI) all’INPS, che succede nei relativi rapporti attivi e passivi, limitatamente alla gestione sostitutiva delle corrispondenti forme di previdenza obbligatoria, ai sensi dell’art. 1 della legge n. 1564/1951.
Il passaggio avviene in applicazione dell’art. 1, comma 103, della legge di Bilancio 2022 che ha individuato tale soluzione, si legge in uno speciale Dossier pubblicato sul sito dell’INPS, per affrontare la situazione di grave crisi del fondo che palesava una situazione di squilibrio finanziario.
L’INPGI continuerà invece a svolgere il proprio ruolo di Cassa previdenziale privatizzata per giornalisti liberi professionisti o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa.
Anche nella recente Relazione annuale della Covip si legge che con riferimento all’ INPGI – gestione AGO che già da alcuni anni le prestazioni superano i contributi.
Tra le diverse motivazioni addotte al deficit vi sono sicuramente i trend demografici e la ristrutturazione del settore dell’editoria che ha significativamente ridotto stipendi e numero di contribuenti e quindi la contribuzione al fondo che ha registrato crescenti disavanzi.
Le proiezioni dei conti della gestione sostitutiva dell’Inpgi, il cosiddetto Inpgi 1, mostrano un disavanzo crescente, compreso tra i -200 e i -300 milioni di euro all’anno per dieci anni, dal 2022 al 2031.
Gli interventi fatti dall’Inpgi per riportare in rotta i conti sono stati “tardivi”, solo dal 2017 è stato applicato il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni, con un ritardo di sei anni rispetto alla legge Fornero valida per la generalità dei lavoratori dipendenti iscritti all’Inps.
Gianfranco Santoro, responsabile del coordinamento generale statistico-attuariale dell’Inps, ha sottolineato che i conti Inpgi presentavano “squilibri consistenti e crescenti. Già i bilanci tecnici indicavano criticità. Ma i problemi venivano rimandati”.