Continuano senza sosta i servizi mirati alla prevenzione ed alla repressione dei reati contro il patrimonio da parte dei Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno. Stavolta a finire sotto la lente di ingrandimento degli investigatori è stato l’odioso fenomeno delle truffe in tema di presentazione delle richieste per la percezione del Reddito di Cittadinanza. Determinante è stata, in questo caso, la tempestività e la tenacia dell’azione investigativa dei militari della Stazione Carabinieri di Cavriglia.
Tutto è iniziato dalla segnalazione da parte dei militari dell’Arma delle irregolarità riguardanti due soggetti, che nei mesi scorsi (a inizio Dicembre per l’esattezza) erano emersi quali indebiti percettori del beneficio. In particolare:
- in un caso, una donna, in costanza di percezione di reddito di cittadinanza, aveva svolto attività lavorativa, quale impiegata addetta alle pulizie di edifici, omettendo le dovute comunicazioni all’INPS entro i 30 gg successivi;
- in un altro caso, un uomo, ai fini di ottenere la percezione del reddito di cittadinanza, aveva attestato falsamente l’ininterrotta permanenza e residenza sul territorio nazionale nei due anni antecedenti alla presentazione della domanda
A quel punto era chiaro agli occhi dei militari che avevano svolto le indagini – un pool formato dagli investigatori della Stazione Carabinieri di Cavriglia e dai colleghi impegnato sul fronte della Tutela del Lavoro, del Nucleo di Arezzo – che l’odioso fenomeno delle truffe nell’ambito della percezione del Reddito di Cittadinanza doveva essere considerato una pratica diffusa anche in Valdarno. Da lì, la decisione di affrontare il fenomeno nel suo complesso, e di estendere gli accertamenti su larga scala, a tutte quelle casistiche che potevano destare, anche solo preliminarmente, qualche sospetto.
Nel volgere di poco più di tre mesi, collaborando a stretto contatto col personale specializzato dell’INPS, gli investigatori hanno passato ai raggi X le posizioni di decine e decine di percettori, facendo emergere molte incongruenze. Accertamenti a 360 gradi, incentrati soprattutto sul possesso e la conservazione dei requisiti anagrafici, reddituali, oltre che di patrimonio immobiliare e sui beni mobili registrati. Le irregolarità più diffusamente riscontrate erano perlopiù tre:
- aver presentato domanda all’INPS per accedere al beneficio del reddito di cittadinanza, dichiarando falsamente, al momento della presentazione, il requisito della residenza in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due senza interruzioni;
- aver presentato domanda all’INPS per accedere al beneficio del reddito di cittadinanza, dichiarando falsamente di convivere anagraficamente con figli minori di fatto residenti altrove;
- aver presentato domanda all’INPS per accedere al beneficio del reddito di cittadinanza, dichiarando falsamente non possedere beni durevoli.
Nel complesso, le indagini hanno consentito di identificare e deferire all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata all’indebita percezione del Reddito di Cittadinanza ulteriori 24 soggetti, tutti residenti o dimoranti nel Valdarno Aretino. Gli investigatori hanno accertato che i soggetti denunciati avevano percepito illecitamente proventi per oltre 130mila Euro.