Si apre il Polifonico, inizia la 71esima edizione del Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo, una apertura semiclandestina, eppure le edizioni sono tante, il Polifonico meriterebbe più attenzione dalle amministrazioni, dagli enti, dalle stesse associazioni culturali.
Il Polifonico ha avuto un ruolo fondamentale nella cultura italiana, nello sviluppo di quella aretina, per decenni ha fatto conoscere Arezzo nel mondo. Ha illustrato la polifonia e l’arte corale ad alte vette di professionalità.
Arezzo, anni fa, aspettava il Polifonico e il Polifonico aspettava Arezzo!
Se ne parlava nei negozi, nei quartieri bene e nei circoli operai, i giornali di allora facevano del Polifonico un avvenimento presentato settimane prima dello svolgimento, evento con la E maiuscola, occasione interculturale, curiosa anche per la partecipazione internazionale.
La polifonia è un vanto italiano, in tutto il mondo ha segnalato vocaboli italiani che sono eguali a tutte le latitudini, Palestrina fu capofila della musica polifonica sacra oltre che organista eccelso. Oggi il Polifonico, a proposito di sacro è relegato nella chiesa di S. Domenico, la cui acustica è pessima, mentre chiese come S. Maria in Gradi, S. Michele, la stessa splendida S. Maria delle Grazie, sarebbero più funzionali al canto polifonico.
DEMOS, l’Osservatorio dei cattolici democratici, sollecita una più stretta collaborazione con gli istituti diocesani e ripropone la serata di gala e di premiazione al maggior teatro cittadino: il Petrarca, intitolato a uno dei Grandi di Arezzo.
Il Polifonico ha una lunga prestigiosa storia, gli aretini sono fieri di quello che è stato uno dei più rilevanti eventi culturali di Arezzo e provincia. Esempio di concertazione nella Provincia Grande, un tempo i cori partecipanti al concorso Internazionale tenevano concerti fino alle Terre Alte di Badia Tedalda e Sestino, oggi si esibiscono in pochissimi Comuni.
Dante segnò per l’eternità gli aretini come “botoli ringhiosi”, oggi la città riscopre, sul Polifonico, il ringhio, vuole il rilancio di quel concorso che ha fatto di Arezzo, la città di Guido, la capitale della polifonia.
DEMOS da tempo, lavora all’idea di Arezzo Capitale italiana della Cultura, anche la ripresa del Polifonico fa parte di questa Idea Bella. Stupisce il silenzio degli intellettuali aretini, degli studiosi, forse tocca a noi, amanti di Arezzo, riproporre un Polifonico degno del passato e volto al futuro della cultura italiana e internazionale.
Più risorse economiche europee e del ministero della Cultura per il concorso Polifonico Internazionale di Arezzo.
Intanto Guido, immoto, veglia sulla piazza bella della sua città, Guido d’Arezzo, Guido Monaco.
DEMOS Osservatorio cattolici democratici