Progetto “Arezzo Cuore”, premiate le persone che grazie al defibrillatore hanno salvato una vita

Hanno salvato la vita grazie all’impiego del defibrillatore che avevano imparato ad usare nei corsi di formazione promossi sul territorio. Sono le cinque persone premiate stamani nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia per essersi distinte nell’uso del defibrillatore e aver salvato la vita ad altrettante persone grazie al suo impiego. L’evento, “La vita: una seconda possibilità”, è stato promosso dall’Azienda Usl Toscana Sud Est e Ufficio Scolastico provinciale di Arezzo con il patrocinio della Provincia di Arezzo.

Erano presenti: Nicola Carini, vicepresidente Provincia Arezzo, Maddalena De Luca Prefetto di Arezzo, Antonio D’Urso, direttore generale Asl Toscana Sud Est, il dr. Simone Nocentini direttore Centrale Emergenza Sanitaria Asl Toscana Sud Est e la vicesindaca di Arezzo Lucia Tanti, l’assessore del Comune di Cavriglia, Sonia Tognazzi, e il sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi, Comuni nei quali sono accaduti i fatti che hanno visto per protagoniste le persone premiate oggi. 

Durante l’incontro è stato fatto un focus sul sistema di Emergenza-Urgenza dell’Area Provinciale Aretina e sulla nascita, nel 2010, del “Progetto Arezzo Cuore”, affiancato dal 2014 dal progetto “Arezzo Cuore scuola”, con lo scopo di ridurre la mortalità extraospedaliera.

Da dieci anni il progetto viene portato avanti nelle scuole aretine, medie e superiori, e da quest’anno  anche nelle scuole elementari. L’obiettivo è formare quante più persone possibile alla conoscenza di manovre in grado di salvare la vita a chi è colpito da arresto cardiaco, nel tempo che intercorre tra la chiamata al 112 e l’arrivo del mezzo sanitario, grazie all’uso dell’unico strumento in grado di far ripartire il cuore: il defibrillatore.

«Questo è un progetto importante che permette di salvare la vita a chi è colpito da arresto cardiaco – dichiara il direttore generale Asl Tse Antonio D’Urso -. Un grazie particolare va all’Ufficio Scolastico provinciale senza la collaborazione del quale questo progetto non avrebbe potuto diffondersi fra gli studenti che hanno avuto modo, così, di conoscere e imparare l’importanza di intervenire con tempestività quando si è di fronte ad un arresto cardiaco. Un progetto che quest’anno, per la prima volta, coinvolge anche i bambini delle scuole elementari: l’impiego del defibrillatore non è fra i loro compiti ma conoscere le regole per riconoscere un arresto cardiaco e cosa fare per salvare la vita alla persona che hanno di fronte può tornare molto utile come lo cronache italiane hanno testimoniato più volte in questi anni. Imparare sin da piccoli il valore della vita e apprendere quelle regole e quei comportamenti da seguire per salvare chi è in difficoltà è importantissimo».

In poco tempo ed in maniera capillare è stato istituito sul territorio aretino un sistema di defibrillazione precoce non sanitaria, fatta cioè dai cittadini.

«Arezzo è la città più cardioprotetta d’Italia, ma non solo – commenta il vicesindaco di Arezzo Lucia Tanti -. Arezzo oggi ha ripreso un doppio percorso: aumentare ancora i defibrillatori, pianificare corsi dedicati alla cittadinanza perché questi defibrillatori, qualora servano, possano essere prontamente e adeguatamente utilizzati. In questo senso sono state le iniziative anche dell’Amministrazione comunale che se, da una parte sollecita e sostiene le donazioni, dall’altra in pieno accordo con l’Asl, ha dato la sua disponibilità per moltiplicare i momenti di formazione. Questa iniziativa evidenzia come la cittadinanza attiva e consapevole sia ormai uno stile per gli aretini di cui andiamo orgogliosi ma che continuiamo a promuovere e sviluppare». 

«I progetti PAD (Pubblico Accesso alla defibrillazione) – spiega il dr. Simone Nocentini Direttore Centrale 118 Arezzo – hanno successo nel momento in cui riescono a coinvolgere il territorio di interesse sia in termini di defibrillatori presenti che di personale non sanitario formato al loro utilizzo, unito alla presenza di un valido sistema di ricezione della chiamata di soccorso (Centrale Operativa Emergenza Sanitaria). L’estensione capillare dei defibrillatori sul territorio, accompagnati alla formazione delle persone, danno un contributo importante in termini di vite salvate».

«A tutto questo negli anni – prosegue il dr. Nocentini – si aggiunge l’importante collaborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale, e in particolare il team che coordina gli insegnanti di educazione motoria, che ha reso possibile la nascita del progetto “Arezzo Cuore Scuola” e la formazione di tantissimi studenti ed insegnanti. Importante  anche la collaborazione con il Centro di Formazione Etrusco, partner fondamentale per la riuscita ed il mantenimento attivo del progetto».

I corsi organizzati nelle scuole sono differenziati e via via più completi a seconda dell’età degli studenti. Sono corsi BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) quelli destinati agli studenti del 5° anno delle Scuole Superiori, sono BLS (Basic Life Support) quelli per gli studenti di medie e superiori fino al 4° anno, mentre quelli rivolti ai bambini delle elementari forniscono indicazioni sui numeri da comporre in caso di necessità, le informazioni da comunicare e i comportamenti da tenere durante la prima assistenza ad una persona in difficoltà.

Durante la mattinata sono stati consegnati i riconoscimenti alle persone che si sono attivate per prestare i primi soccorsi e salvare così una vita grazie all’impiego del defibrillatore.

«Un riconoscimento importante a chi si è prodigato per salvare una vita umana – ha dichiarato Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno -. Ringrazio il nostro concittadino per essere intervenuto tempestivamente con il defibrillatore. Ringrazio la Asl Toscana Sud Est, il dottor Simone Nocentini Direttore Centrale Emergenza Sanitaria Asl Toscana Sud Est, e le scuole che con i loro progetti mettono a disposizione dei ragazzi e dei cittadini nozioni e competenze fondamentali per aiutare chi è in difficoltà. Essere cittadini e far parte di una comunità significa anche questo, essere in grado di salvare una vita umana. Nel nostro comune, anche su sollecitazione di associazioni o comitati di quartiere, siamo stati in grado di mettere insieme rete di strumenti di defibrillazione che rappresentano un presidio fondamentale per la cittadinanza».

Sulla stessa linea il vice Presidente della Provincia di Arezzo Nicola Carini: «Ci sembrava doveroso porre all’attenzione i tanti episodi, avvenuti nel mondo sportivo, scolastico o nella normale quotidianità, che grazie al progetto Cuore, ha messo nelle condizioni attraverso operatori formati di intervenire salvando vite umane. Un progetto che ha visto il coinvolgimento di molti partners che ringrazio per la preziosa collaborazione, che auspico continui a dare risposte tempestive».

Il Consigliere Provinciale delegato alla Pubblica Istruzione Laura Chieli dichiara che «La Provincia di Arezzo è orgogliosa di suggellare oggi, un’iniziativa come quella del Progetto Cuore, che vede coinvolte molte istituzioni scolastiche del territorio concretizzando quell’educazione alla solidarietà, all’ascolto dell’altro e al servizio della comunità».

Uff. Stampa Usl Toscana Sud Est

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