Si è tenuta questa mattina alla Borsa merci di Arezzo la Giornata dell’Economia organizzata dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, nel corso della quale sono stati presentati i principali indicatori economici del territorio.
Nell’occasione è stato anche presentato il report “Arezzo 2030” nato dalla collaborazione tra Camera di Commercio, Università degli Studi di Siena, ACLI e Movimento Cristiano dei Lavoratori.
La Giornata è stata un’importante occasione di analisi e confronto sullo stato di salute dell’economia del territorio aretino attraverso i contributi del Presidente e del Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi e Marco Randellini.
Anche in provincia di Arezzo si registrano gli stessi segnali di rallentamento evidenziati sia a livello mondiale che nazionale. Dalle stime di Prometeia si evince che la crescita del valore aggiunto nominale, dopo la ripresa vigorosa degli anni 2021 e 2022 che aveva consentito alla provincia di recuperare i livelli 2019, precedenti alla pandemia, si dovrebbe attestare ad un più modesto 0,8 in termini reali.
Esaminando i singoli settori emerge che l’Agricoltura ha la crescita più elevata pari al +3,9% nel 2023. L’ Industria, nell’anno in corso, non solo ha difficoltà nel recupero dei livelli pre-pandemia ma dovrebbe registrare, sempre per quanto concerne il valore aggiunto, una contrazione del -1,2%. Le costruzioni, con la riduzione degli incentivi, fanno registrare un brusco rallentamento mentre i Servizi, il comparto che ha fatto più fatica ad uscire dall’emergenza pandemica, e quello che insieme all’agricoltura riesce a crescere anche nel 2023 con il +1,8%.
Sempre rilevante l’apporto dell’export nel sistema economico provinciale: Arezzo, complice anche la particolare composizione delle sue esportazioni, è la provincia che presenta in Toscana il livello più elevato di incidenza dell’export sul valore aggiunto: nel 2022 tale valore si è attestato al 118,6%, più del doppio della seconda provincia (Firenze 56,4%) e della media regionale (49,6%).
Sulla base dei dati relativi all’ indagine ISTAT sulle “Forze di lavoro” in provincia di Arezzo nel 2022 erano presenti circa 149 mila occupati con un aumento di circa 3.500 unità in più rispetto al 2021 (+2,4%) e circa 6.000 in più rispetto al 2020 (+4,2%). Si consolida quindi la fase di ripresa occupazionale che vede, con la crescita degli occupati, proseguire la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi.
Le previsioni formulate da Prometeia quindi per l’anno in corso e per il prossimo, segnalano una moderata e costante crescita sul fronte del valore aggiunto e degli indicatori occupazionali mentre per quanto riguarda reddito e consumi delle famiglie dopo un 2023 decisamente dinamico, nel 2024 si annuncia un sensibile rallentamento pur confermando i segni positivi.
Per quanto riguarda i consumi, sul forte incremento stimato nel 2023 pari al 7,3% ha inciso sensibilmente l’aumento dell’inflazione, soprattutto nella parte iniziale dell’anno Quindi, probabilmente, siamo di fronte ad un aumento dei consumi che non ha origine in una elevata crescita della domanda. Per il 2024 si avrà un ulteriore sensibile rallentamento.
La ricerca Arezzo 2030 è stata invece presentata dalla Prof.ssa Francesca Gagliardi che ha elaborato i dati demografici, economici e sociali riferiti alla provincia di Arezzo contestualizzandoli e riorganizzandoli nella più ampia cornice dei 17 obbiettivi Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 sviluppata dalle Nazioni Unite e delle metriche di Benessere Equo e Sostenibile (BES) sviluppate da ISTAT.
La ricerca ha consentito di raccogliere più di 300 indicatori a livello locale e di avere una chiara descrizione, per la Provincia di Arezzo, del suo grado di sviluppo verso l’Agenda 2030.
Fra i 17 obbiettivi che hanno comunque tutti ricadute sul contesto economico,
quello numero 8, “Incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti” è forse quello più strettamente connesso all’ analisi congiunturale.
Tra gli elementi di forza, presenti nel nostro territorio, troviamo, ad esempio, il saldo della bilancia commerciale provinciale che è in attivo con un elevato incremento nel 2022, il tasso di occupazione generale e giovanile in crescita a ritmi nettamente superiori a quelli regionale e nazionale ed il tasso di mancata partecipazione al lavoro e quello di inattività che in questo caso sono decisamente sono inferiori a quelli regionali e nazionali.
Allontanano invece Arezzo da una piena realizzazione dell’Obbiettivo 8, sempre a titolo d’esempio, il valore aggiunto nominale pro capite provinciale che è inferiore a quello toscano, la tipologia dei contratti, prevalentemente a tempo determinato, la retribuzione media annua che è inferiore a quella regionale e nazionale, la pensione media provinciale che è tra le più basse della regione così come il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente che è superiore a quello toscano e nazionale.
Al termine è intervenuto l’Assessore Regionale all’Economia ed al Turismo Leonardo Marras che ha evidenziato come l’economia regionale, dopo un andamento molto positivo nel corso del 2022, quest’anno registri alcune difficoltà dovute anche al rallentamento della domanda globale. Nel corso del 2024, la situazione potrà migliorare grazie soprattutto all’apporto dell’export che costituisce il motore di traino per i distretti toscani. Il sistema imprenditoriale toscano necessita in questa fase, rispetto ad altre realtà regionali, soprattutto di maggiori investimenti sul versante dell’’innovazione tecnologica e della \digitalizzazione delle piccole e medie imprese, interventi fondamentali per lo sviluppo economico regionale.