Sarà Gabriele Bertelli a interpretare Cecco nel Carnevale storico di Bibbiena

Sarà svelato domani, giovedì 20 febbraio, durante il consiglio comunale delle ore 18.00, il nome della ragazza più bella di Bibbiena, che nell’edizione 2025 del Carnevale storico darà il volto alla bella lavandaia Bartolomea, che la leggenda vuole fosse rapita dal figlio del Conte Tarlati per poi essere riconsegnata al popolo del fondaccio dopo essere insorto contro il Signore di Bibbiena.

Il ventenne Gabriele Bertelli vestirà invece i panni di Cecco, che la leggenda vuole fidanzato con la “Mea”. «Faccio parte del Carnevale storico da prima ancora di averne ricordo, dato che la mia famiglia, i Bertelli, è la più antica di Bibbiena perciò quella che accende il famoso “bello pomo” – spiega orgoglioso – mio nonno Mario ha sempre interpretato il ruolo di capopopolo fondaccino, ossia il padre di Mea, quindi ho sempre partecipato alla manifestazione.

Nella vita invece lavoro, da quasi due anni, come idraulico di ormai quarta generazione!». Attualmente Gabriele pratica la pallacanestro nel Basket Poppi, dopo aver fatto per tanti anni karate con il Dai Karate Club a Soci:

«Mi piace stare in compagnia e fare sport più o meno di qualsiasi tipo. Un mio hobby è viaggiare e conoscere persone e cose nuove. Dell’incarico affidatomi quest’anno sono molto onorato e spero di adempiere al meglio al mio ruolo.

La Mea la conosco da un po’ di anni e secondo comune accordo abbiamo deciso di provare a fare quest’esperienza insieme perché come me lei è cresciuta tra le lastre di Bibbiena».

Il Carnevale storico si svolgerà sabato 1 e domenica 2 febbraio, per concludersi come da tradizione il martedì grasso con l’accensione del rogo al “bello pomo”, un albero di ginepro simbolo di pace e prosperità.

Piacevoli ritorni per questa edizione e importanti novità. Una mostra fotografica in “piazzolina” (piazza Roma) dedicata allo storico presidente Daniele Senzi, il coinvolgimento dei commercianti e di numerosi gruppi di figuranti e artigiani per tornare indietro al lontano 1337 alla corte del conte Marco Tarlati, ma soprattutto l’essere riusciti a coniare il “grosso”.

La storia narra che nel basso Medioevo, quando la città di Arezzo era libero Comune, per un breve periodo coniò una moneta in argento che riportava al dritto la croce patente e sul retro l’immagine di San Donato.

«La moneta cessò di esistere dopo la battaglia di Campaldino del 1289 che consegnò Arezzo ai guelfi fiorentini – spiega il presidente Brami – tuttavia ci piace tornare indietro a quando avevamo un nostro conio.

Chi verrà alla nostra manifestazione potrà scambiare gli euro con i “grossi” e spenderli nelle taverne e botteghe aperte per l’occasione.

Già adesso si può acquistare nei bar e alla tabaccheria del centro storico la moneta con la mappa, per seguire la manifestazione, al prezzo di 2,50 euro».

Sarà importante sapersi orientare nel centro storico per non perdere il volo dei falchi, gli spettacoli di danza e canto, sbandieratori e giochi antichi, ma anche le rime del noto giullare Gianluca Foresi, le visite ai palazzi storici, la presentazione del libro dello storico Federico Canaccini, uno spettacolo teatrale e tanto altro ancora.

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