Sequestrati oltre 350 kg di fuochi d’artificio pericolosi ad Arezzo

La Guardia di Finanza di Arezzo sequestra 363 kg di fuochi d’artificio detenuti in modo non idoneo. Denunciato il titolare di un esercizio commerciale

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo, con l’approssimarsi delle festività natalizie, hanno intensificato il controllo economico del territorio ponendo particolare attenzione al contrasto alla vendita abusiva di fuochi d’artificio e giochi pirici pericolosi.

In tale contesto, nei giorni scorsi, i militari del Gruppo di Arezzo hanno sottoposto a controllo un esercizio commerciale che deteneva fuochi d’artificio di vario tipo, anche di categoria F4 – caratterizzati da elevato rischio e destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche – in maniera non idonea, non assicurando, cioè, le cautele minime previste dalla normativa in vigore e quindi potenzialmente in grado di poter provocare, in caso di innesco accidentale, ingenti danni alle persone, al fabbricato in cui insiste l’esercizio e alle abitazioni circostanti.

Pertanto gli artifizi pirotecnici individuati pari a 363 kg sono stati sequestrati e il titolare dell’attività commerciale, un uomo di etnia cinese, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Arezzo per il reato di commercio abusivo di materie esplodenti, previsto dall’articolo 678 del Codice Penale.

L’azione di servizio testimonia l’impegno profuso dalle unità territoriali del Corpo nelle attività di prevenzione e contrasto agli illeciti in materia di incolumità pubblica, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini.

La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Arezzo (art. 5 del d.lgs. n. 106/2006, come modificato dall’art. 3 del d.lgs. n. 188/2021), trattandosi di attività di indagine di rilevante interesse pubblico concernente la repressione dei traffici illeciti.

Al riguardo, si evidenzia che il procedimento penale menzionato pende nella fase delle indagini preliminari e che l’indagato deve presumersi innocente fino ad eventuale pronuncia irrevocabile di condanna.

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