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Stazione Alta Velocità ad Arezzo: il Comitato SAVA incontra il gruppo LFI

di Andrea Giustini

Questa mattina ha avuto luogo l’incontro fra il Comitato SAVA (Stazione Alta Velocità Arezzo) e il presidente del gruppo LFI, Maurizio Seri. Matteo Galli, presidente del Comitato, e Domenico Alberti, segretario, hanno consegnato a Seri una cornice, rappresentante le oramai più di 5.000 firme raggiunte dalla petizione, lanciata su change.org, per una Stazione Alta Velocità ad Arezzo. E’ stato solo l’ultimo di una serie di incontri istituzionali che i promotori della petizione hanno condotto, ed hanno ancora in programma. Nelle settimane scorse il Comitato aveva incontrato la presidente della Provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, ed il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Domani sarà la volta di Roberta Casini, sindaco di Lucignano.

La cornice con le 5.000 firme

Il presidente del Comitato SAVA ha parlato al presidente Seri dei progressi della petizione in questi mesi: «Noi, come Comitato cittadino, – ha detto Galli – stiamo facendo la nostra parte per informare i cittadini, per renderli partecipi e consapevoli dell’importanza che l’infrastruttura di una Stazione Alta Velocità ricopre per il futuro, non solo del territorio di Arezzo». Servendosi di un proiettore, ha inoltre illustrato i dati tecnici a favore di una Stazione Alta Velocità alle porte di Arezzo, nello specifico a Frassineto, che già lo studio Regionale del 2015 aveva messo nero su bianco.

«Le tre possibili ubicazioni per la stazione prese in considerazione dallo studio del 2015 sono Frassineto, Cortona-Farneta e Chiusi. Quali sono i vantaggi di un’alta velocità alle porte di Arezzo? Innanzitutto il bacino di utenza che, tenendo conto delle vallate e pure dei viaggiatori di altre province, come quella di Perugia, è stato stimato sui 3 milioni. Il 60% di questi viaggiatori raggiungerebbe la stazione tramite treno, in quanto questa verrebbe collegata alla Linea Lenta e alla Direttissima. In quanto raggiungeremmo questa stazione? Col treno in 7 minuti da Arezzo e in 50 da Perugia. La provincia di Siena sarebbe quella un po’ più svantaggiata perché priva di collegamento diretto, ma non sono da escludere collegamenti futuri. Vanno poi considerate le infrastrutture stradali in cantiere ad Arezzo: il completamento della E78 e la famosa variante SR71».

«L’aeroporto di Perugia – ha continuato Galli – si dovrebbe inoltre munire di una stazione: in questo modo l’ipotetica Medio Etruria e l’aeroporto di Perugia potrebbero essere collegati, distando al massimo a un’ora di treno. Qualcuno potrebbe dire si fa prima con l’auto. Non si considera però che il treno in quell’ora di viaggio fermerebbe a Perugia, Magione, Corciano, Passignano, Cortona e Castiglioni. Cioè: un potenziale bacino di utenza molto grande. La realtà è che il collegamento ferro-ferro apre scenari ampi: è un moltiplicatore del bacino di utenza, di altri mezzi».

«Perché le altre opzioni – ha concluso il presidente del Comitato SAVA – non presentano i vantaggi di Arezzo? L’opzione Cortona-Farneta sarebbe raggiungibile prevalentemente tramite lo scambio intermodale gomma-ferro. E’ purtroppo limitante e anacronistico. Mentre quella di Chiusi avrebbe un bacino di utenza inferiore (2 milioni e 400 mila). Molti dicono che lo studio del 2015, su cui ci basiamo noi come Comitato SAVA, è vecchio. In realtà le dinamiche socio-demografiche fotografate sono ancora le stesse, l’unica cosa che cambia è che oggi si sono aggiunte variabili come lo smart working».

Il segretario del Comitato, Domenico Alberti, ha voluto aggiungere: «Bisogna evitare i campanilismi poiché contra facta non valent argumenta. Qui ci sono numeri, dati oggettivi, requisiti incontestabili. Non dobbiamo poi dimenticare la pandemia, la carbon neutrality e soprattutto l’indirizzo di politica trasportistica dell’Europa, che chiede agli Stati membri di spostare tutto su rotaia perché andrà progressivamente a sostituire il traffico aereo. Quindi la demografia è un requisito, ma ne esistono ulteriori che accrescono la necessità di una stazione sulla Direttissima, in specie alle porte di Arezzo».

Il presidente Seri mostra lo studio del 2016 al Comitato SAVA

Il presidente Maurizio Seri ha concordato sulla ragionevolezza della proposta di una Stazione Alta Velocità ad Arezzo: «Certamente a noi aretini una stazione alle porte della città sarebbe utile per molti motivi. Ma farla qui non sarebbe una questione di campanilismo, bensì di pragmatismo». Ha poi consegnato al Comitato SAVA lo studio “Trasporto Ferroviario Toscano oggi ed a medio termine: opportunità ed obbiettivi“, redatto nel 2016, che giungeva a conclusioni simili a quelle dello studio Regionale. Infine il presidente Seri ha convenuto che un progetto simile avrebbe bisogno di una sinergia fra Regione Toscana e Regione Umbria.

A questo proposito il segretario Alberti ha dichiarato: «Abbiamo scritto alla Regione Umbria. Presto dovremo riuscire a organizzare un incontro con l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Urbana, Enrico Melasecche Germini».

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