Tante luci nella Città del Natale ma anche ombre: anzi, black out

Non ci sono solo luci accese per tutta Arezzo in questa partecipatissima edizione 2023 della Città del Natale. Purtroppo, qua e là, ci sono anche ombre. In alcuni casi c’è proprio il buio. Di quello improvviso e inaspettato. Da black out energetico. 

Sembra impossibile, data l’illuminazione che è stata allestita al prato. Ma negli scorsi weekend un black out è quanto invece hanno subito alcuni negozianti e ristoratori del centro. Nello specifico quelli di via de’ Redi, via de’ Cenci e via Madonna del Prato

Da un momento all’altro e per giunta nelle ore di punta, quando la città era letteralmente sotto assedio da turisti, si sono ritrovati a non poter servire nulla ai clienti perché la corrente era andata via. E non tornava.

E’ successo domenica 3 dicembre, dalle ore 15:00 circa alle 17:00. E poi la settimana dopo, venerdì 8 dicembre, per il ponte dell’Immacolata, quando la corrente è saltata ben due volte. Dalle 12:45 alle 14:00 la prima volta, e poi dalle 14:20 alle 16:00 la seconda. 

In una lettera aperta inviata al Sindaco Alessandro Ghinelli, molte attività dell’isolato hanno espresso il loro estremo disagio per l’accaduto. Hanno chiesto tutela dai disservizi, che hanno causato loro un notevole danno economico. Ma hanno anche dichiarato di essere pronti ad una “serrata” generale, nel caso il problema si ripresenti. 

Ci sono stati numerosi disservizi – hanno detto alla Canova di San Francesco -. Persino la chiesa di San Francesco è rimasta al buio. I nostri clienti non hanno potuto mangiare. Abbiamo cercato di assisterli come potevamo. Ma è stato molto complicato. Ci siamo ritrovati con persone che avevano già ordinato, con vino in tavola, brindisi fatto e tutto, ma non potevamo servirgli niente perché la cucina era completamente in black out”.

Quei giorni anche le cabine della connessione Wifi improvvisamente hanno smesso di funzionare. 

E’ stato un disastro – hanno raccontato a la Formaggeria -. Non si potevano più fare gli scontrini, l’erogazione dell’acqua non funzionava. Quella gente poi che aveva prenotato s’è trovata spiazzata. Immaginate: intere famiglie, con bambini al seguito, che non sapevano cosa fare o dove andare a quel punto. Perché la città era ormai in overbooking”

Ma anche gli altri esercizi che invece avevano la corrente non hanno avuto vita facile. Si sono ritrovati di punto in bianco di fronte a una domanda esagerata, impossibile da gestire. E non solo in termini di spazi e di posti a tavola. Anche e soprattutto di risorse. Non avevano abbastanza cibo per soddisfare tutti quanti. E per qualsiasi fornitore era impossibile avventurarsi per il centro di Arezzo.

Senza contare che le file chilometriche non c’erano solo per i tavoli al ristorante, ma anche per i bagni.

Va detto che i servizi rispetto agli anni passati sono aumentati in città – hanno detto al ristorante il Grottino – ma il problema è che sono tutti dislocati nello stesso punto. Va capito che la città in quei giorni è tutta. Non solo il prato e Piazza Grande. C’è il Corso. C’è Piazza San Jacopo. Abbiamo finito per diventare i bagni pubblici di Arezzo”. 

E non sempre, come c’era da immaginarsi con quel bailamme, la gente è andata in bagno.

La cosa peggiore forse per i nostri esercenti, è stata che, in qualche caso, nei loro confronti non sono state risparmiate nemmeno le “battutine”.

Non ci ha fatto una bella figura la città – hanno raccontato da Masterchips -. Passavano i turisti e vedevano che tutto era al buio, che niente funzionava. Ma alcuni, senza comprendere quanto fosse complicata la situazione in quei momenti, ci hanno pure deriso. Se ne uscivano dicendo: ‘vedete cosa succede? le bollette le dovete pagare’”. 

E i negozianti cosa dicono? La Città del Natale ha portato maggiori vendite?

I pareri sono contrastanti. “A noi la Città del Natale sta portando solo confusione e perdite – hanno detto in un noto negozio del centro -. Il disservizio per il black out per noi è il meno. Se facciamo il confronto con le vendite dell’anno scorso in questo periodo, notiamo che ad oggi c’è stato un calo del 20%. A volte anche del 30%”. 

Il motivo – hanno spiegato da Paolo Ricci – è che sebbene la Città del Natale sia riuscita in pieno, molti aretini, anche quelli che risiedono in provincia, sono spaventati dal venire ad Arezzo questi weekend. Quindi finisce che vanno a fare acquisti altrove”.

C’è tuttavia anche chi guarda alla situazione con spirito positivo e lungimiranza.

Conta l’indotto – hanno detto in uno dei negozi storici del centro -. Per la Città del Natale, quando piovono i soldi su Arezzo , il ristorante, il paninaro, la piadineria ecc. prendono chiaramente secchiate d’acqua. Noi può sembrare invece ne gioviamo in maniera ridotta.

Ma alla fine quel guadagno arriva anche a noi. Prima o poi il ristoratore andrà a rispendere quel guadagno in più presso un altro esercizio della città. Più che altro forse sono ‘arrabbiate’ zone che non sono direttamente ‘bagnate’ dalla Città del Natale. Come Pescaiola. Ma la ricchezza si dilata. Dobbiamo stare attenti a non pensare in piccolo”.

Intanto Arezzo si prepara ai prossimi attesi weekend. Quello della Vigilia di Natale, in quanto il 25 dicembre quest’anno ricade di lunedì. E quello della notte di San Silvestro.

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