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Un noto giornalista: “auguro ai NoVax una lunga vita, a piccole dosi”

di Stefano Pezzola

Scrive un noto giornalista televisivo sulla sua pagina Facebook: “E quindi, oltre ad averci permesso di fronteggiare la pandemia di Covid, i vaccini a Rna messaggero aprono la strada verso altri vaccini che ci potranno preservare dai tumori e da altre malattie. Per i no vax la più rosea delle sconfitte: saranno salvati proprio da quel preparato che hanno tanto combattuto e dalle aziende che lo hanno prodotto. Hanno augurato la morte a chi si vaccinava, auguro anche a loro una lunga vita, a piccole dosi“.

Orbene il giornalista, che decido di non nominare, ha probabilmente deciso di fare pubblicità ad articoli farmaceutici prodotti da aziende private americane, legando il messaggio all’ennesimo attacco a coloro che hanno deciso di non aderire alla campagna vaccinale Covid-19 con farmaci a mRNA.
Sta amplificando semplicemente l’annuncio di una Azienda quotata in borsa?
Credo opportuno ricordare al giornalista che “si tratta di una notizia sulla base delle dichiarazioni di un Ceo di un’azienda che è sul mercato, che ha il diritto e il dovere di tenere alto l’umore degli investitori: non credo che queste dichiarazioni vadano oltre la verità ma non ci sono ancora studi completati attraverso una pubblicazione internazionale” come puntualizza con buon senso il dr. Massimo Clementi, professore emerito al San Raffaele di Milano.
Fonte:
https://www.tgcom24.mediaset.it/2023/video/vaccini-contro-tumori-prof-clementi-non-illudiamoci-troppo-_63389716-02k.shtml
Quasi superfluo ricordare che tali articoli farmaceutici non hanno mantenuto le promesse fatte a chi ha concesso il consenso informato alle iniezioni ripetute.
Leggi:
https://www.arezzoweb.it/2022/10-10-2022-pfizer-ammette-in-commissione-europea-che-il-vaccino-covid-19-non-blocca-la-trasmissione-del-virus-540353.html
E’ imbarazzante la protervia con la quale il giornalista deforma la realtà per incitare ancora all’odio, alla violenza e alla divisione sociale (Legge 25 giugno 1993, n. 205) istigando rabbia contro chi non ha nessuna colpa se non quella di aver reclamato fin dall’inizio la libertà di scelta per tutti.
Leggi: Tribunale di Firenze: neppure un solo cittadino può essere sacrificato per una sperimentazione medica perché la dignità umana è inviolabile
L’etichetta utilizzata dal giornalista ovvero NoVax è soltanto un mezzo di discriminazione e divisione sociale e lo scherno verso tali cittadini, peraltro frutto di un costrutto linguistico artificioso e falso, ledono la dignità dell’essere umano e sono costituzionalmente proibite.
Leggi: NoVax a chi? E se poi scatta una querela
Ritengo che sia formalmente da contestare l’affermazione “hanno augurato la morte a chi si vaccinava” come mendace e frutto della evidente e deliberata volontà di reiterazione del reato di incitamento all’odio.
E’ indubbio che l’emittente televisiva per la quale lavora il noto giornalista ha contribuito ad alimentare questo odio verso i soggetti che hanno deciso consapevolmente di non accettare i farmaci Covid-19 mRNA, plaudendo a piu’ riprese al decreto di discriminazione del 15 ottobre 2021 rilasciato dal Governo Draghi, concorrendo all’ingiusta sofferenza di circa dieci milioni di italiani che sono stati privati dei diritti universali come quello di acquistare cibo con il frutto del proprio lavoro.
Leggi: Mario Draghi: “greenpass e obbligo vaccinale erano limitazioni delle libertà individuali”
Siamo tra l’altro di fronte ad un giornalista, autore televisivo e conduttore.
La sua condotta è altresì degna di biasimo sotto ogni punto di vista, ricordando inoltre che per conto di soggetti terzi negli ultimi tre anni ha eseguito una censura sulle pubblicazioni effettuate su Facebook da tanti italiani, dando seguito ad una pratica odiosa e detestabile chiamata fact checking.
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Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile“.
Sarebbe stato sufficiente leggere l’articolo pubblicato da The Guardian sabato 8 aprile 2023 a firma Linda Geddes (https://www.theguardian.com/society/2023/apr/07/cancer-and-heart-disease-vaccines-ready-by-end-of-the-decade) per apprendere che il dottor Paul Burton, direttore medico della società farmaceutica Moderna, ha dichiarato di ritenere che l’azienda sarà in grado di offrire tali trattamenti per tutti i tipi di aree patologiche in soli cinque anni.
Burton ha anche dichiarato: “Penso che avremo terapie basate sull’mRNA per malattie rare che in precedenza non erano farmacologiche, e penso che tra 10 anni ci avvicineremo a un mondo in cui è veramente possibile identificare la causa genetica di una malattia (DNA) e, con relativa semplicità, andare a modificarla e ripararla usando la tecnologia basata sull’mRNA“.
Burton ha poi aggiunto: “Penso che sia stato un ordine di grandezza, che la pandemia abbia accelerato questa tecnologia mRNA. Ci ha anche permesso di aumentare la produzione, quindi siamo estremamente bravi a produrre grandi quantità di vaccino molto rapidamente“.
Concludo ricordando che il 21 dicembre 2021 ebbi il privilegio di ricevere una risposta da parte del prof. Massimo Clementi (citato nel presente articolo), al quale avevo scritto una garbata mail: mi piacerebbe oggi riproporre queste righe a tutti i lettori.
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