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Vaccino Covid-19? Uno studio conferma che può portare a disturbi autoimmuni

Nel volume 56 numero 1 della rivista scientifica Autoimmunity è stato pubblicato un interessante studio dal titolo “L’insorgenza di autoanticorpi de novo negli operatori sanitari dopo vaccini anti-SARS-CoV-2 basati su mRNA: uno studio prospettico di follow-up a singolo centro“.

Al seguente link puoi scaricare lo studio integrale in formato pdf:
Autoimmunity Volume 56 Numero 1
Una studio redatto dal team dalla dr.ssa Maria Cristina Sacchi dell’Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria (csacchi@ospedale.al.it).

Al giorno d’oggi – scrivono gli studiosi – i dati relativi al rischio di malattia autoimmune dopo la vaccinazione SARS-CoV-2 (COVID-19) sono controversi. Lo scopo di questo studio prospettico di follow-up a singolo centro è valutare se gli operatori sanitari (HCW) vaccinati con BNT162b2 mRNA e mRNA-1273 mostrano uno sviluppo e/o una persistenza di autoanticorpi, concentrandosi sulla rilevazione di anticorpi contro antigeni nucleari (anticorpi antinucleari, ANA)”.

“I campioni di sangue  – specifica il team della dr.ssa Sacchi – sono stati raccolti prima dell’inoculazione del vaccino (T0), a 3 mesi (T1) e 12 mesi (T2) dopo la prima dose. Tutti i campioni sono stati analizzati per la presenza di a) ANA utilizzando immunofluorescenza indiretta [IIF] (diluizioni di 1:80, 1:160. 1:320 e 1:640) e anticorpi anti-muscolo liscio (ASMA); b) anticorpi anti-mieloperossidasi (anti-MPO), anti-proteinasi 3 (anti-PR3) e anticorpi peptidici anti-citrullinati (aCCP) [FEIA]; c) anticorpi anti-fosfolipidi (anticardiolipina [aCL], anti-beta-2- glicoproteina I [anti-ß-2GPI] (Chemiluminescenza)”.

“Poiché è noto che l’iperstimolazione del sistema immunitario potrebbe portare all’autoimmunità – aggiungono in modo chiaro e comprensibile – questi risultati preliminari sembrano sostenere ulteriormente l’idea che l’iperstimolazione del sistema immunitario potrebbe portare a un meccanismo autoinfiammatorio e alla fine a disturbi autoimmuni. Tuttavia, il legame tra la vaccinazione SARS-CoV-2 e lo sviluppo di malattie autoimmuni deve essere ulteriormente studiato”.

In conclusione, questo studio suggerisce che i vaccini anti-SARS-CoV-2 basati su mRNA possono indurre la produzione di ANA de novo in 22/77 (28,57%) dei soggetti e che la percentuale di positività sembra essere direttamente correlata al numero di esposizioni al vaccino: 6/77 (7,79%) dopo 2 dosi; 16/77 (20,78%) dopo 3 dosi.
Come è noto che la stimolazione immunitaria può agire come un’arma a doppio taglio, il che significa difesa infettiva ed endogena contro l’iperstimolazione correlata all’autoimmuni.
I risultati preliminari dello studio e la presenza di anticorpi ANA de novo negli HCW sembrano essere più inclini a sostenere questa seconda conseguenza: l’iperstimolazione.

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