Veneri annuncia la ricandidatura: “Voglio cambiare la Toscana”

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia intervistato da La Voce Libera parla del futuro della Toscana, dei problemi di Arezzo, del Made in Italy e della sua passione per la Giostra del Saracino

Gabriele Veneri, consigliere regionale della Toscana per Fratelli d’Italia, è stato ospite di una nuova puntata de La Voce Libera, dove ha raccontato il suo percorso politico e ha ufficializzato la sua ricandidatura alle elezioni regionali del 2025, a fianco del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi.

«Mi candido perché voglio provare a governare la Regione Toscana», ha detto Veneri, sottolineando la necessità di superare le ideologie e valutare la politica sulla base dei risultati concreti. Tra le priorità indicate: natalità, sanità, infrastrutture, sicurezza e sostegno ai territori. «La Toscana invecchia, servono politiche coraggiose a favore delle famiglie», ha aggiunto, proponendo un bonus regionale per ogni nuovo nato, in linea con l’iniziativa del governo nazionale.

Nel corso dell’intervista, Veneri ha ripercorso le battaglie portate avanti in Consiglio regionale: dai tamponi e vaccini in farmacia al recente atto approvato sull’obbligo dei defibrillatori nelle scuole e nei luoghi pubblici, fino all’attenzione per gli ospedali di vallata, che chiede di valorizzare per decongestionare il San Donato di Arezzo. «Serve una sanità pubblica più efficiente, integrata con il privato e supportata dalla rete delle farmacie», ha dichiarato.

Tra le sfide più sentite, Veneri ha sottolineato la necessità di rilanciare l’artigianato e il piccolo commercio: «Stiamo assistendo a una desertificazione delle attività locali. È compito della politica tutelare chi ogni giorno tiene vive le nostre città». L’artigianato, secondo Veneri, è «un tratto distintivo del Made in Italy che può resistere anche all’impatto dell’intelligenza artificiale».

Tra i temi affrontati da Veneri c’è anche la questione delle infrastrutture, più volte definite «il vero tallone d’Achille della Toscana». Il consigliere ha criticato la lentezza cronica nella realizzazione di opere strategiche come la Due Mari, simbolo – secondo lui – di una burocrazia inefficiente e di una mancanza di visione strategica: «Se continuiamo così, andiamo alla velocità di una lumaca. Serve un piano concreto per collegare meglio i territori e sostenere le imprese e i cittadini». Ha ribadito l’importanza del trasporto ferroviario nel Valdarno e dell’ammodernamento dei collegamenti per Arezzo e la provincia.

Veneri ha poi parlato della necessità di riformare l’approccio educativo e formativo, avvicinando maggiormente scuola e mondo del lavoro. Secondo il consigliere, è fondamentale «dare dignità ai mestieri manuali e rilanciare la formazione professionale», anche per rispondere alla carenza di manodopera qualificata lamentata da molti imprenditori. «Oggi i giovani spesso scelgono percorsi scolastici alla cieca, senza conoscere il mercato. Dobbiamo orientare meglio e creare un sistema che valorizzi le competenze reali», ha concluso.

In materia ambientale, il consigliere ha preso posizione sul discusso impianto AISA di San Zeno, definendolo «un’eccellenza nazionale che andrebbe valorizzata e visitata prima di essere giudicata». Ha criticato la mancanza di impianti simili a Firenze e in altre aree della Toscana, denunciando «una gestione ipocrita dei rifiuti che li manda all’estero invece di affrontare il problema con serietà».

Non è mancata una riflessione sul ruolo del settore orafo aretino, che oggi colloca Arezzo al vertice dell’export italiano: «Una realtà straordinaria costruita dagli imprenditori nonostante l’assenza della politica per troppi anni. Ora bisogna proteggerla, sostenerla e celebrarla come merita».

Infine, Veneri ha parlato della sua lunga storia con la Giostra del Saracino, oggi nel ruolo di Maestro di Campo: «Una manifestazione che ha formato il mio carattere e a cui devo tantissimo. È un patrimonio culturale e sociale che unisce generazioni e dà un’identità forte alla nostra città».

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