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VIII edizione del Festival dello Spettatore

Termina domenica 12 novembre l’ottava edizione del Festival dello Spettatore, ideato e promosso dalla Rete Teatrale Aretina, appuntamento unico nel panorama nazionale, la cui caratteristica principale è quella di focalizzare la propria attenzione sul pubblico.

Fino a domenica (Fondazione Guido d’Arezzo – dalle ore 14,30 alle 22,00, per uno spettatore alla volta) si potrà partecipare a Never be lonely again. Intimacy in the age of machines, di Welcome Project con Aurora Kellermann, Maria Grazia Bardascino, Silvia Massicci e la regia di Chiara Elisa Rossini. In un futuro distopico, la relazione fra esseri umani è andata perduta per sempre e ciascuno è relegato a vivere in solitudine, in un rifugio, con la sola compagnia di una macchina. Un futuro forse non troppo lontano, vista la velocità con cui la ricerca scientifica e l’industria che si occupa di intelligenza artificiale procedono nello sviluppo di applicazioni e macchine più o meno antropomorfe, ideate per interagire con gli esseri umani. Gli spettatori sono invitati a incontrare una di queste macchine del futuro, in grado di offrire una compagnia insostituibile. Riuscirà la nostra specie a salvare il suo bene più prezioso? 

Sabato 11, al Teatro Pietro Aretino, si inizia (dalle ore 09,30 alle 13,00) con la giornata di studi “Arti performative e intelligenza artificiale” a cui partecipano Federico Bomba – Università di Bolzano, Direttore di Sineglossa, Anna Maria Monteverdi – Università Statale di Milano, Hillary Ghidini – progetti speciali Fondazione Piemonte dal Vivo / onLive campus, Kamilia Kard – vincitrice bando Residenze Digitali 2022 e la compagnia Welcome Project, Mateusz Miroslaw Lis – produttore e regista cinematografico. A seguire, dalle 14,30 alle 19,30, in collaborazione con CASA TEATRO – Giallo Mare Minimal Teatro e Murmuris, l’attesissimo Spettatori – la Gran Reunion #8 incontro nazionale dei gruppi di spettatori in Italia, appuntamento annuale dove gruppi di spettatori aderenti a progetti di formazione e coinvolgimento del pubblico di tutta Italia si incontrano ad Arezzo per condividere motivazioni, desideri, visioni del pubblico a teatro. Si svolgerà al Teatro Pietro Aretino, alle ore 15,30, in collaborazione con UNICOOP FIRENZE, VOLTO MANIFESTO. Il volto è patrimonio per l’umanità con Lorella Zanardo e Cesare Cantù. Fotoritocco massiccio, filtri di ogni tipo sui social, digital humans quasi identici a esseri viventi nei videogame, influencers digitali che si comportano come quelli reali, androidi dai tratti sempre più antropomorfi e potenziati da un’intelligenza artificiale sempre più raffinata, assistenti virtuali e avatar che interpretano il nostro comportamento: questi fenomeni hanno portato nella nostra vita un incontro quotidiano e costante con facce artificiali. Volti diversi tra loro, ma accomunati da una stessa caratteristica: fermare lo scorrere del tempo. In contemporanea, al Teatro Virginian dalle ore 15,00 alle 16,00 in collaborazione con il Festival Meno Alti dei Pinguini si svolgerà il laboratorio per la prima infanzia Il teatro alla finestra, a cura di NATA.

Alle ore 21,15 al Teatro Mecenate, in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Pagliacci all’uscita da Leoncavallo e Pirandello, di e con Roberto Latini e con Elena Bucci, Ilaria Drago, Savino Paparella, Marcello Sambati. “Pagliacci”, dal libretto dell’opera di Leoncavallo e “All’uscita”, atto unico che Pirandello definisce “mistero profano”. Sono due testi molto diversi per stile e contenuto, eppure profondamente accostabili: il primo è immerso nel verismo di fine ‘800, nella trama spietata del delitto d’onore e d’amore, il secondo è una parabola metafisica, quasi filosofica; il primo è ambientato in un sud di sole e coltello, il secondo è un notturno di ombre e cimitero. Sembrano, per struttura e doti, collocabili da una parte all’altra di un ponte ideale, fondamentale per la letteratura teatrale, che a cavallo dei due secoli riesce a trasformare i percorsi sintattici in prospettive drammaturgiche; sembrano essere una bella occasione per riflettere nel tempo di oggi attraverso i riflessi dei secoli scorsi.

Domenica 12, alle ore 10,30 (Cinema Piccolo Eden) il pubblico potrà incontrare Roberto Latini e la compagnia sullo spettacolo Pagliacci all’uscita. Nel pomeriggio, in collaborazione con il Festival Meno Alti dei Pinguini, ancora spazio per i bambini e i loro genitori, a Casa Museo Ivan Bruschi, dalle ore 15,00 alle 17,00 con il laboratorio sensoriale Il cerchio magico, a cura di Diesis Teatrango, e, alle 16,30 in Piazza  Sant’Agostino (in caso di maltempo Teatro Tenda), con La battaglia dei cuscini della Compagnia Il Melarancio di Gimmi Basilotta e Marina Berro con Gimmi Basilotta, Isacco Basilotta, Marina Berro, Aicha Cherif, Jacopo Fantini. Uno spazio accoglie il pubblico prima dell’inizio, l’attesa è scandita da una serie di annunci che preparano all’imminente battaglia: la compagnia coinvolge il pubblico nell’allestimento dello spazio e, dettate le regole del gioco, con un conto alla rovescia dà inizio alla battaglia. Centinaia di leggerissimi cuscini multicolori compaiono in scena e in una reazione a catena esplode la battaglia: gli spettatori si trovano coinvolti in una piccola follia collettiva che coinvolge bambini, genitori, giovani, nonni e che prosegue fino allo sfinimento. A un preciso segnale tutto si ferma, un grande telo colorato invita gli spettatori a sedersi: ben presto ci si trova su un cuscino gigante, pieno d’aria, su cui è possibile nuotare, rotolare, gattonare, riposarsi dopo tanta fatica.

Il festival si conclude al Teatro Pietro Aretino, alle ore 18,30, con  HERbarium – dancing for an AI di Kamilia Kard con le danzatrici Bruna Cerasa, Marieta Georgieva, Aurora Lamonaca. Un progetto performativo multimediale che combina proiezione e spettacolo dal vivo, su una coreografia originale eseguita da danzatrici e convertita, con la collaborazione di una intelligenza artificiale, in un modello che informa sia il movimento delle performer che quello delle animazioni. Le performer e le piante velenose modellate in 3D, traducono in danza una stessa coreografia. Le piante velenose sono spesso associate alla stregoneria, che se ne serviva per produrre veleni e pozioni d’amore; a sua volta la stregoneria, è da sempre associata alla donna, nel bene ma soprattutto nel male. Tecno-stregoneria, sessualizzazione e femminilità tornano spesso anche nelle personificazioni contemporanee dell’AI, dall’immaginario cinematografico che le trasfigura in vere e proprie streghe digitali ai danni dell’uomo, alle assistenti vocali, miti e rassicuranti. HERbarium racconta la relazione tra umano e intelligenza artificiale, mettendo in luce il potere di seduzione, manipolazione e tecnofobia esercitato dalle AI attraverso una coreografia in cui corpi umani, piante velenose e “streghe digitali” danzano assieme.

il programma completo su
festivaldellospettatore.it

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