Alfonso Romano: “vaccinazione obbligatoria Covid per alcune categorie compresi i sanitari”

Il quotidiano La Repubblica apre il nuovo anno pubblicando una lettera aperta del coordinatore infermieristico dell’Ospedale Maggiore di Bologna.
Scrive Alfonso Romano.

Gentile Ministro Schillaci,
sono un coordinatore infermieristico, lavoro presso il dipartimento di emergenza/urgenza della città di Bologna, sono diversi giorni che stiamo subendo gli effetti di una non campagna vaccinale , in questo momento un milione di Italiani sono a letto con l’influenza, covid e altre malattie virali respiratorie.
I pronto soccorso sono in crisi perché affollati di pazienti fragili, febbrili, dispnoici o con riacutizzazione di malattie pregresse.
In questi mesi non ho sentito da questo governo e da lei in prima persona un posizione netta a favore delle vaccinazioni.
Andava fatta una campagna vaccinale capillare coinvolgendo: organi di stampa, medicina territoriale, medici di medicina generale, sarò blasfemo per lei e per il suo governo, ma io avrei fatto in modo che per alcune categorie la vaccinazione continuasse ad essere obbligatoria (come durante la pandemia covid) compreso noi sanitari.
Niente è stato fatto per evitare quello che stiamo vivendo noi sanitari tutti i giorni!
Chiedo scusa dott. Schillaci, ma il suo silenzio e quello del suo ministero è stato in questi mesi e continua ad essere assordante.
Cordiali saluti“.
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2023/12/31/news/influenza_ministro_schillaci_lettera_medico_bologna-421790378/

Intanto i dati ufficiali ci ricordano che almeno il 40% di chi chiede di essere visitato nei pronto soccorso, come ogni anno presi d’assalto soprattutto durante le feste natalizie con i picchi influenzali, ricade nei casi meno gravi, codice bianco o verde.
Telemedicina o diagnosi telefonica potrebbero ridurre ingressi, tempi di attesa, stress delle strutture.

La media italiana è di 340 accessi al pronto soccorso per ogni mille abitanti.
In cima alla classifica la Provincia di Bolzano, con 496, seguita da Emilia-Romagna (407), Veneto (401), Liguria (398) e Toscana (393).
Numeri che la pandemia aveva ridotto notevolmente, e che ora stanno tornando ad essere la normalità.

Con code che rischiano di mandare in tilt il sistema e mettere a dura prova sia medici e infermieri che i pazienti.
Il tasso di accessi potrebbe ridursi in presenza di un maggiore tasso di utilizzo di risposte alternative, come la guardia medica o medici di base.

Sono anni che le vacanze di Natale esistono per tutti, meno che per i Pronto Soccorso.
Tutti in ferie insomma, meno che al Pronto Soccorso poiché la medicina d’urgenza resta sempre in prima linea.

Secondo l’Osservatorio del Simeu, i dirigenti medici mancanti rispetto al necessario sono oggi 4.000, pari al 40% del fabbisogno nazionale.
La situazione diventa ancora più critica poi durante le feste e in estate.
Una emergenza sull’emergenza a prescindere dalla vaccinazione obbligatoria Covid auspicata da Alfonso Romano.

Sta di fatto che forse dovremmo prendere atto che quando si arriva a dover scegliere se curarsi pagando, rimandare le cure o, peggio ancora, rinunciare a curarsi per gli insostenibili tempi di attesa o la mancanza di servizi, si materializza la peggiore delle diseguaglianze e un attacco alla dignità delle persone.

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1 COMMENTO

  1. Probabile sia una inesattezza il dato che dice che ci sono 340 accessi in p.s. Ogni mille abitanti. Se inteso come dato giornaliero starebbe a dire che ad Arezzo ogni giorno ci sono 34.000 accesi die, senza contare le vallate. Cosa impossibile. Nel furore pandemico la gente rifuggiva dal rivolgersi alle strutture di p.s. per il terrorismo, le regole e soprattutto la paura di non volere entrare in un girone dantesco di inesplicabile lettura. Entravi….ma non sapevi se è come ne uscivi. Esagero?
    E poi ci sono lavori che implicano la scelta ed il sacrificio….anche per gli altri. Le forze di sicurezza, vigili del fuoco, sanitari, gli stessi ristoratori ed operatori turismo….sanno che il loro lavoro va avanti anche quando è festa, anche quando gli altri fanno festa.
    Se poi i problemi di sovraccarico di lavoro derivano da scelte di aziende private, vedi usl che devono rispondere a bilanci come le società private, ed una politica che negli ultimi 20/ 30 anni ha fatto di tutto per depotenziare e distruggere la sanità pubblica a favore di quella privata, il tutto con connivenza e consapevolezza, di che si lamentano ora? O erano d’accordo o conniventi anche loro.

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