Nel periodo dal 1° al 20 dicembre 2023, i reparti della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro 225.916 giocattoli e 1.638.714 luminarie e addobbi natalizi non conformi agli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente, segnalando, complessivamente, 69 responsabili, di cui 3 denunciati all’Autorità giudiziaria, per i reati di cui agli artt. 515 c.p. (Frode nell’esercizio del commercio) e 517 c.p. (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
La maggior parte degli illeciti in argomento afferiscono alla violazione dell’obbligo, previsto dal Codice del Consumo, che i prodotti commercializzati riportino in maniera visibile e leggibile, in lingua italiana, la denominazione, i dati del produttore e dell’importatore, il Paese d’origine, i materiali impiegati e le istruzioni d’uso.
Sul fronte penale, invece, registriamo l’indebito utilizzo della marcatura “CE” (European conformity) che si distingue dal marchio cinese “CE” (China export) per la distanza più ampia tra la lettera C e la lettera E.
Il simbolo CE non rappresenta un’indicazione di origine e non è un marchio di qualità ma un’attestazione di conformità del prodotto alle prescrizioni in materia di sicurezza, il cui indebito utilizzo integra il reato di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.) o di vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.).
La Guardia di finanza tutela il mercato dei beni e servizi dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale, affinché gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza, promuovendo, al contempo, una protezione efficace dei consumatori.
Il dispositivo di contrasto adottato dal Corpo a presidio del comparto assume ancor più rilevanza se si considera che l’obiettivo di coloro che commercializzano detti prodotti è quello di ottenere il massimo profitto al minor costo. È scontata, quindi, l’assenza di remore da parte dei medesimi soggetti a impiegare nella produzione qualunque genere di materiale e sostanza, anche se potenzialmente dannosa o nociva per gli utilizzatori.
In tale contesto, le attività della Guardia di finanza sono orientate a garantire la più ampia tutela del consumatore.
La strategia repressiva del Corpo a tutela del mercato mira, infatti, non solo a intercettare le partite di prodotti illegali ma, anche e soprattutto, a disarticolare alla radice le filiere illecite, individuandone e colpendone contestualmente le componenti di approvvigionamento, produttive e distributive, così da interrompere i canali di alimentazione del mercato parallelo e le stesse fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali. In Italia, infatti, esistono sia veri e propri poli produttivi sia, più di frequente, centri di assemblaggio di merce che arriva da Paesi terzi separatamente dagli imballaggi, sprovvista di loghi ed etichette, che sono successivamente apposti sul territorio nazionale dopo lo sdoganamento.
Sul piano organizzativo, la Guardia di finanza opera attraverso un dispositivo dinamico, flessibile e coordinato che prevede, a livello centrale, la Componente Speciale che sviluppa attività di “analisi di rischio” mediante le banche dati a disposizione e predispone piani d’intervento mirati su specifiche tipologie di fenomeni illeciti di rilevante impatto.
Sotto il profilo operativo, il dispositivo di contrasto messo in campo dalla Guardia di finanza muove in tre distinte direzioni: il presidio delle aree doganali, portuali e aeroportuali, per l’individuazione dei traffici di merci illegali provenienti dall’estero; il controllo economico del territorio, del mare e degli spazi aerei sovrastanti, grazie anche al supporto della Componente aeronavale, per il monitoraggio delle dinamiche di movimentazione delle merci e la repressione dei fenomeni di abusivismo e minuta vendita e, infine, l’attività investigativa in senso stretto, finalizzata alla disarticolazione dell’intera filiera di tali prodotti e all’aggressione patrimoniale dei sodalizi criminali.
Esaminando i dati di sintesi relativi ai sequestri effettuati dal Corpo negli ultimi anni, emerge come gran parte della merce non sicura sottoposta a sequestro provenga dall’estero.
Individuare la reale origine e/o provenienza dei prodotti che giungono in Italia è, tuttavia, operazione complessa: le merci viaggiano, infatti, seguendo rotte sempre diverse, anche lungo itinerari secondari, transitando per Paesi in cui i controlli sono meno rigorosi.
Il Corpo partecipa, inoltre, a operazioni internazionali congiunte, in stretta sinergia con le Forze di polizia estere e con gli organismi e agenzie sovranazionali come Europol, Interpol, Olaf e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Un ulteriore ed efficace strumento per il contrasto alla commercializzazione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza è costituito, senza dubbio, dal Sistema di allerta rapido denominato “Gras Rapex”.
Si tratta, in sostanza, di un sistema, attivo nell’Unione Europea, di allerta e informazione rapida per i prodotti non conformi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri segnalano alla Commissione europea i prodotti (a eccezione degli alimenti, farmaci e presidi medici) la cui commercializzazione determinerebbe un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Nella prospettiva di incrementare le segnalazioni sul Gras Rapex, la Guardia di finanza – confermandosi quale Forza di polizia all’avanguardia nell’utilizzo di moderni applicativi informatici grazie anche a nuove tecnologie in grado di scandagliare sia il clear sia il dark web, per sviluppare attività di contrasto alla commercializzazione di prodotti non sicuri.
La Guardia di finanza continua a profondere il massimo sforzo per contribuire alla creazione e al mantenimento nel Paese di una cornice in cui legalità e sicurezza siano sempre garantite. In tale quadro, non sfugge come la tutela delle libertà economiche e dei consumatori rappresentino un presupposto imprescindibile per sostenere lo sviluppo e la crescita dell’Italia.