La mostra di Fabio Ciriachi ad Arezzo

Rosy Boa si occupa di fotografia in bianco e nero promuovendo fino al 14 aprile 2024 l’esposizione delle opere di Fabio Ciriachi, fotografo, attore teatrale, scrittore e poeta romano.

La mostra si svolgerà da 15 marzo al 14 aprile 2024 in Via Cesalpino 29 ad Arezzo e curata da Matilde Puleo; si compone di oltre 50 immagini che Fabio Ciriachi ha realizzato nell’iconico decennio 1968 – 1977 tra Parigi e Roma raccontando un’attività svolta in un decennio a “tinte forti” con quella volontà diffusa per una società più giusta, pacifica, partecipe e democratica. Ideali che portavano giovani e meno giovani ad invadere le piazze e le strade per partecipare alle iniziative femministe o curiosare nei matrimoni blasonati.

Un’opera fotografica che si distingue per sensibilità e approccio poetico. Elementi che non si imparano, semplicemente perché dipendono dalla natura delle mille fisionomie che l’artista possiede. Solo in questo modo si può capire che la “verità” – offerta a piene mani dalle fotografie di Fabio Ciariachi – si trova soprattutto nella volontà di rappresentare in modo epico, senza chiaroscuri o incertezze, la bellezza dell’ordinario e i suoi obiettivi politico-sociali.

Scatti che raccontano il primo grande festival di teatro sperimentale di Nancy del 1969, meta di ogni genere di sperimentazione a partire dal gruppo americano del Bread and Puppet a quello messicano de El Teatro Campesino e nel quale spettacoli e gruppi confluivano allo scopo di ampliare la consapevolezza politica e sociale di quegli anni. Scatti che riferiscono del corpo di ballo dell’Opera di Roma e dell’appassionata Elisabetta Terabust o immagini che registrano, della Spoleto del Festival dei due Mondi, proprio il magico momento del montaggio della Spoletosfera..

Si tratterà quindi di una essenziale antologica dell’intero suo percorso creativo, tra Italia e Francia, alla ricerca di temi sociali, ritualità, volti e momenti del mondo metropolitano, che narrano la passione di Ciriachi per l’uomo e per la fotografia.

La mostra sarà aperta dal 15 marzo al 14 aprile 2024.

Fabio Ciriachi (Roma, 1944) si è occupato di pittura, teatro e fotografia. Ha fatto parte del gruppo teatrale Space Re(v)action, di Giancarlo Nanni, per la messa in scena di Escurial prova la scuola dei buffoni, del drammaturgo belga Michel de Ghelderode rappresentato, nel 1968, al Circolo La Fede di Roma e al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Dal 1968 al 1972 è stato fotografo free lance e ha collaborato con diverse testate (Ciao 2001, Il Dramma, il Messaggero, Jet, Sipario). Sue foto sono state pubblicate sui mensili “Fotografare” (novembre 1971) e “Fotografia Italiana” (ottobre 1972). Foto scattate al Living Theater durante la rappresentazione di Paradise now al Politecnico di Milano nel 1969 sono uscite sul libro collettaneo The Living Book, (Mazzotta, 1971). A inizi 1972 ha esposto le sue foto “Appunti per un’indagine sulla città” in una galleria di Trastevere.

A inizi anni Novanta, per la cura di Sebastiano Porretta, espone le foto de Il lato freddo in una galleria di via Madonna dei Monti. Successivamente fonda, assieme ad altri poeti, la rivista di poesia “Pagine” di cui cura la redazione per quattro anni. Dedicatosi principalmente alla scrittura, pubblica tre raccolte di poesie presso Empiria: L’arte di chiamare con un filo di voce (1999), Il giardino urbano (2003), Pastorizia (2011).

I racconti Azzurro-cielo e verde pistacchio (Edimond, 2008). I romanzi Soprassotto (Palomar, 2008), L’eroe del giorno (Gaffi, 2010) premio “Passioni”, Le condizioni della luce (Gaffi, 2013), Uomini che si voltano (Coazinzola Press, 2014), Una perfetta vicinanza (Coazinzola Press, 2017). Le riflessioni sull’invecchiare Senescenza (Empiria, 2018), le divagazioni su memoria e Storia Cervellati – Ai margini del campo, (InSchibboleth, 2023), e la raccolta di poesie Tempo, soltanto tempo (Il Labirinto, 2023). Per Empiria ha tradotto dal francese due opere di David Mus E allora non ci ricorderemo più del mar Rosso (2005) e Quadri romani (2018).

Rosy Boa è un centro d’arte che nasce con l’intento di essere il contenitore di una proposta artistica trasversale nella quale l’arte è caratterizzata da una forte sperimentazione, intesa come oggetto di trasformazione personale e sociale. I lavori esposti restituiranno riflessioni sul presente e sulla società, lavorando sull’idea di opera d’arte e innescando dialoghi tra le diverse forme espressive. Accanto a un fitto programma di mostre, sono previsti la realizzazione di attività formative ai più diversi livelli, incontri pubblici, interventi documentari, la nascita di un’agenzia/incubatore creativo e l’apertura di un bookshop dedicato all’arte contemporanea.

Ufficio Stampa Rosy Boa

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